Risultati elezioni 2011, affonda Berlusconi e risorge la sinistra (mentre Grillo vale il Terzo Polo): la fine della dittatura della tv?

Se fossimo tutti degli individui isolati, atomizzati, chiusi nelle loro case con la televisione come unica finestra sul mondo, queste elezioni si sarebbero concluse con una vittoria plebiscitaria della destra e di Berlusconi. Perché, lo sappiamo bene, il piccolo schermo è militarmente occupato dagli uomini del sultano, tanto che recentemente anche la prudentissima Agcom è dovuta intervenire sanzionando uno dei più spudorati fan del Cavaliere, il direttore del Tg1 Minzolini.

Le cose per fortuna sono andate molto diversamente, tanto che i risultati di queste elezioni amministrative possono essere riassunti come indicato nel titolo: il premier ha sonoramente perso l’ennesima consultazione trasformata in referendum sulla sua persona, mentre la sinistra si risolleva e sembra capace di conquistare le maggiori città chiamate alle urne, in particolare quella Milano patria e (si pensava) feudo inespugnabile del berlusconismo. In più spira forte il vento della protesta, con il movimento di Beppe Grillo   che sostanzialmente eguaglia i risultati del tanto reclamizzato Terzo Polo.

Così sono andate le cose perché al di là delle propaganda televisiva le persone vivono nelle loro città, e – soprattutto in elezioni locali come queste – hanno la possibilità di toccare con mano se quello che sentono dai promoter governativi risponde al vero oppure no. Se esci di casa e ti trovi le strade piene di buche, neppure un miraggio di parcheggio, l’aria inquinata e il verde ridotto ai minimi termini, nessuna propaganda ti potrà convincere del buon governo del sindaco uscente. Senza contare che le appartenenza ideologiche, date per morte ormai da vent’anni, in realtà continuano a esistere e a condizionare gli elettori.

 Ma stavolta – al di là di questi elementi in un certo senso scontati – pare esserci qualcosa di più, di diverso e meno intuitivo. Da un lato c’è una realtà, che sembra farsi strada tra i cittadini, che non riguarda solo le buche sulle strade, ma che ha a che fare con la decenza e la vergogna. Un premier sotto processo, un premier che attacca volgarmente la magistratura, un premier accusato di prostituzione minorile e concussione, è qualcosa che comincia a imporsi quasi con la stessa forza di una buca sulla strada. Anche e nonostante tutto lo sforzo assolutorio dei camerieri di regime che si agitano nelle televisioni sultanistiche.

In questa presa di coscienza, in questa operazione di verità che riesce ad attraversare le nebbie televisive, di sicuro una grande mano la stanno dando i nuovi media. Oggi sempre più cittadini, soprattutto giovani e istruiti, snobbano l’indottrinamento politico del piccolo schermo e grazie a internet – ai blog, ai forum, ai social network e ai grandi giornali in edizione on line – possono esporsi a una informazione davvero plurale e completa. Possono, in un certo senso, bypassare il mostruoso conflitto d’interessi che da quasi 20 anni inquina la democrazia di questo Paese.

A riprova del carattere padronale della televisione italiana, ieri su Rai e Mediaset era un profluvio di giornalisti e politici a libro paga di Berlusconi che spiegavano come le elezioni non le avesse perse il premier, ci mancherebbe, ma i candidati sindaco. Invece di Grillo o di qualsivoglia esponente del Movimento cinque stelle non si vedeva neppure l’ombra, mentre i leaderini del cosiddetto Terzo Polo affollavano qualsiasi spazio televisivo. Qualcuno spieghi a quelli di Raiset che i grillini hanno preso gli stessi voti dell’onnipresente Casini.

(Nella foto: l’esultanza di Giuliano Pisapia a Milano, vero eroe del primo turno di queste elezioni; fonte: Tiziano.Caviglia).

Scritto da Style24.it Unit

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