Report e lo “strano caso” di Mediaset e Rete 4: modulazione di frequenze

Lo vivo un po' come obbligo morale, sia nei confronti di una trasmissione come Report, della quale il giorno dopo la messa in onda nessuno parla più, sia nei confronti della verità, sia nei confronti dei tanti lettori – migliaia al giorno – che ormai da tempo leggono questo blog.

Alla fine se vi trovate qui su Tele dico io è perchè vi interessa la tv. Allora andate a vedere questa puntata di Report, con calma, capirete molte cose di queste benedetta televisione italiana. 

Qui l'inchiesta di Bernardo Iovene, da non perdere. Cose già note, lo so, ma magistralmente riassunte in un'oretta di inchiesta.

Nel 1999 dopo 15 anni di discussioni e 2 leggi che regolano il settore televisivo si arriva finalmente ad una gara per le concessioni delle frequenze. A vincere sono quasi tutte le emittenti nazionali già operanti, alle quali si aggiunge una rete locale, Europa7.
Ma le frequenze non sono assegnate, così mentre le altre televisioni continuano a trasmettere sulle frequenze occupate o comprate sul mercato, Europa 7 resta fuori.
Comincia una serie di ricorsi al Tar e alla Corte europea che si concludono a dicembre del 2008 con l’assegnazione di un canale analogico.

Per ricostruire la storia bisogna partire dalla prima sentenza della Corte Costituzionale che dichiarò la fine del monopolio televisivo della Rai, e aprì la porta al “far west” dei privati. Decreti e leggi sono stati fatti sempre sulla spinta di sentenze delle Corte Costituzionale, che ha rilevato la mancanza in Italia di pluralismo informativo e di possibilità di accesso uguale per tutti.

A ricomporre le tappe ci sono le interviste ai protagonisti, con particolari inediti: da Giuliano Amato a Oscar Mammì, e poi Antonio Maccanico, Salvatore Cardinale, Fedele Confalonieri, e Paolo Romani.

Scritto da Style24.it Unit

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