Rai, dall’editto bulgaro all’inciucio

Sigh. Mi viene da piangere. Riporto l'articolo di Paolo Martini scritto su La Stampa.

Dai primi giorni del nuovo governo Berlusconi, dicono che sia già con le valigie in mano Claudio Cappon, il direttore generale della Rai eterna democristiana, e poi ulivista e prodiana. In queste ore, dentro le borse che ha preparato, deve aver messo persino degli scarponcini da trekking. Lo attendono tre giorni a Sankt Moritz, per la presentazione ufficiale dei programmi della prossima stagione della Rai, da domenica 15 giugno.

Così Cappon potrà avventurarsi con i suoi più fidati collaboratori nella splendida passeggiata sul sentiero Segantini, tra gli scenari naturali delle ultime grandiose, incompiute e rifiutate opere di un artista mito dell’Ottocento. E basta un briciolo di malizia per capire il significato allegorico della gita, che tratterà il vertice Rai fuori confine fino a mercoledì prossimo. Con l’introduzione di un’inedita prima serata d’informazione del TgUno di Gianni Riotta, la striscia notturna di Serena Dandini su Raitre contro Bruno Vespa, le conferme dei talk politici di Giovanni Floris e di Michele Santoro, e addirittura il potenziamento di Che tempo che fa di Fabio Fazio con otto prime serate, la tv di Stato presenta un piano di programmazione che ha decisamente uno strano sapore, soprattutto rispetto agli scenari politici e di governo. Ricorda casualmente la provocazione simbolista del grande Segantini: richiesto di un’opera per l’Esposizione universale di Parigi del 1900, il maestro presentò il progetto visionario del Trittico delle Alpi, con la Vita, la Natura e infine la Morte, che non parvero appunto soggetti adeguati all’occasione.

Con il nuovo Trittico della Rai iperdemocratica, insomma, si può spiegare pure la scelta di lasciare il mare di Cannes, dove abitualmente da anni la tv di Stato presentava i palinsesti agli utenti pubblicitari, in favore dei monti di Sankt Moritz. In fondo, dal giorno dopo le elezioni tutti s’aspettano una clamorosa inversione di tendenza politica della Rai, e l’imminente berlusconizzazione con le nomine di un nuovo vertice. Ora invece la tv di Stato, a sorpresa, si offre sul mercato con un volto così arroccato a sinistra, che nemmeno ai tempi del governo Prodi ha mai avuto. 

E’ chiaro che le scelte discendono più che altro da condizioni oggettive: il rilancio della rete Tre, per esempio, è molto ben visto dal mercato pubblicitario, dopo che è risultata la più soddisfacente sotto il profilo degli ascolti nelle ultime stagioni. Nasce così, anche in risposta al sorpasso di Canale 5 nella fascia oraria dopo le 22 e 30, una nuova striscia d’intrattenimento e informazione affidata a Serena Dandini in seconda serata. Sarà una sorta di Letterman show all’italiana, un irriverente miscuglio tra interviste politiche, comicità e musica, ovviamente in versione “gauche-caviar”. A seguire sarà la volta della night-line del Tg3, con il notiziario e Primo piano di fatto liberi dalla concorrenza interna degli altri due principali tg della Rai. E non è finita: Fabio Fazio, il present-autore progressista-democratico per eccellenza dell’etere italiano, ha rinnovato il contratto d’esclusiva.

Gli straordinari risultati d’ascolto sono garantiti anche dai grandi comici, in primis Luciana Littizzetto e Antonio Albanese, già riscritturati: Che tempo che fa, dunque, dominerà ancora il week-end televisivo degli italiani. Ma Fazio avrà pure l’opportunità di inventare qualche nuovo progetto stile Anima mia per otto prime serate in più. E se Berlusconi e i suoi alleati si volessero consolare almeno cambiando canale, girando sulle reti che sono politicamente in consonanza, ecco che sorprese si troveranno: la rete Due lascia l’unico spazio d’informazione a Michele Santoro, che riparte già quest’estate con gli speciali di Anno Zero. Di un Ballarò di centrodestra non se ne vede traccia.

E nemmeno di un progetto complesso come il ritorno di Giuliano Ferrara in una striscia tipo Otto e mezzo, di cui si era parlato. Raiuno, comunque, inaugura un nuovo, curioso spazio del mercoledì. Nell’autunno imminente, per non contrapporsi alle partite della Champions League che saranno trasmesse da Raidue, va a caccia del pubblico femminile, e decisamente più che adulto, col people-show strappalacrime della rediviva Raffaella Carrà. Salvo poi, da gennaio, puntare su una nuova prima serata d’informazione del TgUno di Gianni Riotta.

Il ritorno della testata giornalistica nella fascia oraria più importante della televisione è di per sè molto significativo, sul piano dell’immagine e del peso politico, meno su quello delle aspettative d’ascolto (che sono valutate ottimisticamente sul 18-19 per cento, e perciò la scelta di partire fuori dal periodo forte). Che sia o meno davvero come la grandiosa visione della Morte immaginata da Segantini nella conca di Palù a due passi da Sankt Moritz, il quadro d’insieme politico-culturale della Rai che verrà presentato rischia di avere il sapore di una proposta che può lasciare a dir poco perplessi i “committenti pubblici” della nuova maggioranza.

E’ imminente anche la pronuncia della Corte costituzionale, prevista per l’8 luglio, sulla legittimità della legge Gasparri, e in particolare proprio sulle fonti di nomina dei consiglieri d’amministrazione. Mai nuovi palinsesti rischiano comunque di fornire un nuovo pretesto agli ultrà di centrodestra per accelerare sulle nomine, per fare in modo che anche il nuovo Trittico delle Alpi della Rai di Cappon possa restare incompiuto
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Scritto da Style24.it Unit

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