Quella lettera che mi scrisse Enrico Papi…

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Quante cose sono cambiate.

Me la scrisse Papi nel febbraio del 2006.

Caro Matteo,
ho avuto il piacere di leggere il tuo blog e di apprezzarlo molto. Complimenti a te. Con stupore ho trovato anche il mio nome ed è per questo che ho deciso di scriverti. Come avrai certamente capito sono stato costretto dalle circostanze a rispondere alle provocazioni che gratuitamente ed inopportunamente mi sono state gettate addosso prima da Aldo Grasso e poi dal Gabibbo, avrei evitato di tutto cuore di entrare in polemica con chiunque e di darmi in pasto ad inutili e sterili battibecchi…ma purtroppo sono stato proprio costretto.

Invece ho apprezzato ed apprezzo molto il tuo modo di vedere, leggere ed interpretare  la piccola storia della televisione e le piccole startegie interne, le definisco piccole perche' è davvero da miseri parlarsi addosso e guardarsi in cagnesco invece di convivere tutti felici contenti in un mondo agiato e privilegiato, quello della televisione e dello show business, aprezzandone i grandi vantaggi e pensando alle tante persone che ci guardano e che non riescono ad arrivare alla fine del mese con il portafogli pieno.

Pertanto avevo deciso di prendermi un felice periodo di pausa e dedicarmi alla mia famiglia, a mia moglie, a mia figlia, agli amici e provare la sensazione di essere uno “normale”, come tutti, lontano dai riflettori… e proprio mentre me ne stavo tranquillo, prima mi arriva un articolo di Aldo Grasso che scomoda inutilmente Sarabanda e poi una filippica sul sito di Striscia la Notizia che, oltre a fare a te una lezione di televisione, spiega i motivi per i quali Sarabanda, programma campione di ascolti, è stato cancellato…

Allora ho pensato, ma nemmeno ora che ho lasciato libero il campo riesco a guadagnarmi la  tranquillita'? Perchè scoperchiare certe pentole? A chi giova?…e quindi mi sono trovato costretto ad aprire il mio polveroso computer e scrivere un  po’ di email sia a Grasso, sia al Gabibbo, ed ora anche a te.
Ma questo è un vero piacere ed è un onore essere stato citato nel tuo blog.

Un abbraccio
Enrico Papi