Ponte tra Milano e Maldive per gli studenti della Bicocca

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Milano e le Maldive sono vicine: non geograficamente, ovviamente, ma idealmente la città meneghina e l’isola simbolo dei paradisi tropicali e della natura incontaminata sono collegate da una serie di progetti ambientali, promossi in questi anni dalla Bicocca.

Il legame tra Milano e le Maldive

Già nel 2013 l’ateneo milanese aveva lanciato un progetto dedicato al Paese dell’Oceano Indiano, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica e contrastare gli effetti negativi dati dal global warming nell’atollo di Faafu, isola di Magoodhoo, già scelto come sede del MaRHE center, il centro di ricerca marina dell’Università di Milano-Bicocca sin dal 2011.

La Bicocca si sposta a Faafu

Le isole delle Maldive sono infatti particolarmente esposte al rischio di sommersione a causa del riscaldamento globale, in quanto si innalzano per meno di un metro sulla superficie del mare, e dalla Bicocca era arrivato un tentativo di salvezza attraverso la riduzione dell’inquinamento con l’installazione di impianti di energie alternative come il sole, il vento e le biomasse.

Il corso di laurea in Marine Sciences

A distanza di svariati anni anni, il rapporto tra l’università e questo piccolo atollo continua a essere intenso, e proprio il MaRHE center di Faafu è diventato il punto di approdo per 22 studenti iscritti al secondo anno del corso di laurea magistrale in Marine Sciences della UniMiB, l’innovativo percorso di studi avviato nel 2016 e raccontato nei suoi vari dettagli dalla stampa specializzata e dai siti di settore come Controcampus.it, che evidenziavano la portata e la finalità “green” del progetto.

Partiti 22 giovani per il lavoro sul campo

Tornando al presente, in queste settimane si sta svolgendo il mese di esperienza pratica in loco per i ventidue giovani provenienti dall’Italia, ma per la verità di estrazione piuttosto variegata: tra i partenti ci sono infatti anche un ghanese, una canadese, una brasiliana e una greca, mentre gli altri provengono dalla Lombardia. Tutti hanno abbandonato aule e libri tradizionali per immergersi (è il caso di dirlo) nella barriera corallina e scoprire da vicino i suoi organismi e i diversi habitat riconoscibili sul fondo marino, toccando con mano gli effetti dell’impatto umano su un ambiente così complesso e delicato, provando ad affrontare problemi come lo sbiancamento dei coralli o l’impoverimento delle comunità marine causato dalla costruzione di porti e manufatti di origine umana.

Tra le attività snorkeling e laboratori

Le notizie diffuse dall’università milanese hanno anche descritto la giornata tipo alle Maldive dei manager dell’ambiente marino in fieri: sveglia all’alba, seguita da un’uscita di snorkeling per familiarizzare con l’ambiente marino, proseguendo poi con attività didattiche in laboratorio fino all’ora di pranzo; nel pomeriggio si torna a studiare, alternando questi momenti con lavori di gruppo. La sera, o nelle giornate libere, il programma prevede progetti con le comunità locali o escursioni alle isole disabitate e alle isole-resort dell’area.

Quattro settimane di esperienza pratica

Intervistati dai quotidiani italiani, i giovani hanno descritto questa esperienza e raccontato le loro sensazioni: uno studente spiega che la Bicocca “ci ha fornito una borsa di studio per il viaggio e noi ci paghiamo da vivere qui. Ma non sono costi elevati, anche perché non siamo su una delle isole turistiche“, mentre un altro si sofferma sul fatto che “dopo due settimane di lezioni siamo entrati nel periodo di esperienza pratica, e questo vuole dire passere molte ore in acqua e sotto il sole a fare osservazioni, il resto del tempo si trascorre in laboratorio”.