Polito scappa da Annozero: “Parla come mangi” traduce il suo j’accuse contro Marco Travaglio

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Torna a grande richiesta (non è vero ma fa scena dirlo) la rubrica satirica di Teleipnosi, Parla come mangi, che si occupa di tradurre le dichiarazioni del mondo della tv e di chi ci gira intorno.

Questa volta prendiamo in esame ampi stralci di un articolo di Antonio Polito, direttore del Riformista, che ha così motivato il suo rifiuto di partecipare alla trasmissione di Michele Santoro prevista per oggi (in corsivo la nostra traduzione politicamente scorretta):

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Ieri ho ricevuto il cortese invito della redazione di Annozero a partecipare alla puntata di domani dedicata ai fatti di Milano. Ho altrettanto gentilmente risposto di no. E la ragione è una sola: la presenza in quel programma di Marco Travaglio.

Penso infatti sia giunta l'ora in cui anche chi di noi non ha fatto del moralismo una professione debba cominciare a sollevare qualche pregiudiziale morale. E io ne ho molte nei confronti di Travaglio.

È cominciato il linciaggio mediatico di Marco Travaglio e io, da buon conformista, mi unisco a tutti quelli che lo attaccano (almeno fino a quando non cambia il vento).

La prima è che si tratta di un sedicente combattente per la libertà di infomazione che sta facendo una campagna di stampa il cui obiettivo dichiarato è la chiusura di un giornale, quello che dirigo (lui pensa che sia possibile, abrogando solo per noi i contributi all'editoria).

Trovo la cosa moralmente ributtante.

Il mio giornale vive solo grazie ai contributi dello stato, perché in edicola nessuno se lo fila, quello di Travaglio, che ha rinunciato a tali contributi, grazie alle vendite.

Del resto Travaglio è lo stesso cattivo maestro che, citando un suo sodale, ha scritto l'altro giorno sul blog di Grillo un elogio dell'odio: «Chi l'ha detto che non posso odiare un uomo politico? Chi l'ha detto che non posso augurarmi che il Creatore se lo porti via al più presto?».

Con uno così non vorrei mai trovarmi nella stessa stanza.

Lo so, Travaglio parlava della polemica sui gruppi Facebook che il governo vorrebbe censurare e della libertà d'espressione, ma nel mio piccolo pure io come capacità di disinformare non sono secondo a nessuno.

Io non credo, come ha detto ieri Cicchitto a Montecitorio, che Travaglio sia un «terrorista mediatico», perché paura non ne fa a nessuno. Ma un parassita mediatico certamente lo è.

E, per dirla con Togliatti, sarebbe bene che nessun destriero offrisse più a questa cimice ospitalità nella sua criniera.

Travaglio non fa paura a nessuno, tranne che a me.