Pillole anticoncezionali: rischio embolie e trombosi

Dagli anni ‘60 ad oggi, più di 100 milioni di donne in tutto il mondo, la utilizzano. Nata principalmente per prevenire gravidanze indesiderate, nel tempo è diventata una cura ai tanti mali del gentil sesso.

Le pillole anticoncezionali, sono composte da due ormoni sessuali femminili: l’estrogeno e il progesterone. L’azione combinata di questi due ormoni fa si che il processo di produzione degli ovuli venga sospeso.

Le pillole estroprogestiniche, contengono un unico tipo di estrogeno (etinilestradiolo) mentre si differenziano per il progestinico utilizzato e vengono perciò classificate in prima, seconda, terza e quarta generazione.

I contraccettivi odierni sono progettati per ridurre o eliminare del tutto i disturbi ormonali legati alla sfera femminile e, gli eventuali effetti collaterali (perdite di sangue, mal di testa, indolenzimento al seno, nausea,leggero aumento o perdita di peso) sono passeggeri.

Nell’ultimo anno però, hanno fatto scalpore in Francia, alcuni casi di embolie e trombosi su donne che avevano dichiarato di utilizzare pillole anticoncezionali di terza e quarta generazione a base di nuovi progestativi come il gestodene e il desogestrel. La notizia ha inevitabilmente provocato un calo delle vendite (60%) di tali contraccettivi. Mentre si è verificato un aumento della domanda sulle pillole anticoncezionali di prima e seconda generazione.

In breve, la trombosi è l’occlusione di un vaso sanguigno che si verifica solitamente negli arti inferiori e nel bacino, data una maggiore pressione sanguigna. I sintomi più evidenti sono gonfiore, dolori (soprattutto sotto sforzo) e colorazione bluastra.

Se non curata in tempo, si verifica una embolia, ovvero il distacco di quella parte di sangue che, non scorrendo più, si è coagulata. Tale frammento viaggia attraverso le arterie dell’arto interessato fino ad arrivare ai polmoni, dove avviene il riciclo del sangue per ridistribuirlo al cuore, ossigenato. Quando tale procedimento è in atto, si verifica una embolia polmonare e bisogna necessariamente evitarla altrimenti ne consegue il decesso. I chiari sintomi sono la mancanza di respiro, dolori al torace, tracce di sangue nelle mucose respiratorie e collasso.

Perciò, a seguito dell’allarme scoppiato in Francia, l’Agenzia Europea del Farmaco e l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) hanno tentato di rassicurare l’opinione pubblica con una dichiarazione scritta, rivolta ai medici ginecologi italiani, in cui si attesta che i benefici sulla salute delle donne che adoperano contraccettivi ormonali combinati (coc) sono di gran lunga superiori rispetto alle probabilità di rischio di contrarre malattie come trombosi ed embolie.

La pillola anticoncezionale oltre ad esser utilizzata come contraccettivo serve anche per curare l’acne, eliminare la peluria in eccesso, per regolarizzare il ciclo e ridurne il flusso. Ma cura anche patologie più serie come la sindrome dell’ovaio policistico, l’endometriosi (cellule della mucosa uterina impiantate al di fuori dell’utero; esse crescono e sanguinano; si trovano soprattutto al livello delle ovaie, intestino o vescica dove vengono stimolate dagli ormoni che provocano il ciclo mestruale), l’adenomiosi (anemia causata dalle mestruazioni) e la dismenorrea (forti dolori mestruali con nausea, vomito, emicrania, dolori al basso ventre e schiena). Previene anche la formazione di cisti ovariche, fibromi uterini e infezioni genitali. Protegge dai tumori maligni ovarici, uterini e dall’artrite reumatoide.

Gli enti del farmaco però consigliano una valutazione periodica dei fattori di rischio individuali, in maniera più frequente a partire dai primi tre mesi, fino alla conclusione del primo anno dall’assunzione dell’anticoncezionale (periodo necessario all’organismo per riequilibrare i valori ormonali).

Obesità, pressione alta, fumo, malattie ereditarie inerenti al coagulo sanguigno (trombosi), patologie cardiache e tumore al seno, sono gli elementi principali per far si che una donna debba rinunciare all’assimilazione della pillola anticoncezionale.

Scritto da Anna Rita Di Lena

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