Pillola trans: in Italia il farmaco che blocca la pubertà

Condividi

Ormai da tempo l’uomo sta cercando di manipolare la genetica umana.

Si cerca sempre di più l’uomo, inteso come essere umano, perfetto, senza problemi. Non è proprio il caso di cui tratteremo, ma si avvicina molto. E’ stata sviluppata una pillola da far assumere a bambini nell’età della pubertà tra i 4 e gli 11 anni. A cosa serve e perché questa notizia sta facendo scalpore?

La pillola che blocca la crescita

Ci sono individui che non si sentono a proprio agio con il proprio corpo.

Con questa frase si intendono tutte le persone che pensano di essere nati in un corpo sbagliato. Nell’età in cui un bambino inizia a crescere e a prendere coscienza di se stesso può nascere anche una negazione del proprio io. In poche parole ci sono persone, sia uomini che donne, che starebbero più a loro agio in un corpo di sesso opposto al proprio, sono i gender. La ricerca di questo problema ci porta ad evidenziare la presenza di problemi a livello psicologico del paziente.

Ora, la soluzione che i medici hanno trovato risiede in una pillola. Questo farmaco è in grado di bloccare la pubertà. Dal punto di vista etico questo trattamento è davvero orripilante. Il funzionamento è abbastanza semplice. La pillola in questione contiene moltissimi ormoni ed estrogeni che sono in grado di bloccare il normale sviluppo di un individuo. Il principio attivo utilizzato all’interno della pillola è la triptorelina. In genere questo principio è utilizzato per curare determinate tipologie di tumore ma è anche in grado di bloccare lo sviluppo degli ormoni.

In questo modo si potrà somministrare questo farmaco ai bambini che sviluppano una coscienza sbagliata di se stessi.

La pillola arriva anche in Italia

Purtroppo l’AIFA, agenzia italiana del farmaco, ha autorizzato l’utilizzo della pillola anche in Italia. Il motivo per cui è stato autorizzato il suo utilizzo è evitare atti di bullismo nelle scuole. Si vuole rendere la cura gratuita per tutti quei bambini che ne necessitano.

Ci sono molti discorsi da fare a riguardo.

Ci si limiterà a parlare dell’aspetto etico. Per quanto un bambino possa essere a disagio nel proprio corpo, ritenendolo del sesso sbagliato, è pur sempre un bambino che ragiona con un’esperienza poco formata nel tempo. Nel corso della propria esistenza si possono avere dei momenti in cui si tende a rinnegare tutto ciò che fino a quel momento si è ritenuto corretto. La possibilità che il farmaco concede è fin eccessiva.

Lascia delle tracce nel proprio corpo, il blocco della pubertà. Lo sviluppo del proprio corpo va di pari passo con lo sviluppo del proprio comportamento psicologico.

Aspetti negativi della somministrazione del farmaco sono tanti, a nostro avviso più di quelli positivi. E’ una cura a cui non si può tornare indietro e assunta in età in cui un soggetto si sta formando. In Inghilterra c’è stato un caso famoso di una bambina di appena 12 anni che tramite la cura ora si chiama Leo.

Il soggetto in questione ha dichiarato che se fosse rimasta una femmina avrebbe tentato il suicidio.

Altri rimedi oltre alla pillola

Assumendo la pillola, la clinica inglese che l’ha promossa dichiara che in questo modo si da tempo ai bambini confusi di pensare a cosa vorrebbero essere. La vera soluzione non è aspettare che l’individuo scelga, soprattutto se così piccoli. Facendo così si archivia il problema e non si cerca di capire il perché di questo atteggiamento.

Solitamente i problemi che portano ai bambini a pensare che starebbero meglio in un altro corpo derivano da problemi di genere ambientale. Proprio qui si deve ricercare la soluzione. Bisognerebbe analizzare il perché del comportamento anziché somministrare un farmaco. Certamente il farmaco rappresenta la soluzione più facile per tutti, a partire dalla famiglia per arrivare al paziente stesso. E’ importante considerare che i soggetti in questione non hanno problemi a livello genetico, biologico o fisico.

Essendo un problema a livello psicologico la soluzione forse più adatta è proprio lo psicologo.