Parla come mangi: Bruno Vespa e la gara al miglior giornalista maggiordomo

Torna Parla come mangi, la rubrica satirica di Teleipnosi. Questa volta ci occupiamo delle dichiarazioni rilasciate da Bruno Vespa al mensile Pocket, nel corso di una lunga intervista. Come al solito la traduzione politicamente scorretta è riportata in corsivo, immediatamente sotto i veri virgolettati.

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"Siamo un'anomalia. Porta a Porta è l'unica trasmissione di successo di taglio moderato, mentre ce sono almeno sette (di cui cinque in prima serata) che guardano a sinistra. E mi limito solo alle più importanti".

"La televisione è in mano ai comunisti".

"A Porta a Porta sono venuti ospiti direttori di giornale di tutti gli orientamenti. Risulta che abbiano fatto domande più complete e scomode delle mie?"

"Incredibile ma vero, riesco sempre ad invitare giornalisti più lecchini di me".

"Sono amico personale di alcuni politici di ogni estrazione da molti anni. Mi capita di incontrarli a qualche cena ogni tanto…".

"Del resto sono pappa e ciccia con moltissimi politici, e agli amici non si pongono domande scomode".

"Quella dei giornalisti è una casta: basta vedere come hanno reagito alla legge sulle intercettazioni telefoniche che ci mette sullo stesso piano degli altri paesi europei".

"Faccio parte di una casta, ma tra i privilegi dei giornalisti e quelli del mio padrone politico preferisco difendere i secondi".

"Da quando il Corriere della Sera sopravvisse all'uscita di Montanelli, ho imparato che nessuno di noi – a cominciare da me – è indispensabile. Vinci è un bravo professionista e sarà un avversario tosto".

"Non me ne frega niente se il potere politico caccia via i giornalisti indipendenti. E poi a me fa comodo che al posto di Mentana ci sia Vinci: batterlo sarà un gioco da ragazzi".

"Anno zero l'ho visto qualche volta. Purtroppo vedo poco la televisione. Peccato, perché mi sarebbe molto utile per imparare anche dalle peggiori".

"Odio Michele Santoro".

Scritto da Style24.it Unit

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