In onda stasera alle 21.30 su La7 l’istant doc con Gianluigi Nuzzi che ripercorre gli otto anni del pontificato di Ratzinger attraverso testimonianze, interviste, scandali e meriti
È nella lingua parlata, nel suo farsi proverbio e quindi massima, linea guida cristallizzata in espressione, che una società, un’epoca, acquistano una possibilità di lettura che spesso travalica i confini del significato primo.
“Morto un Papa se ne fa un altro” – recita un noto proverbio, in cui la saggezza popolare partendo dalla figura più illustre e sacra della storia nostra, quella del Papa, attraverso l’arma della necessaria dissacrazione applicata nei meandri retorici del paradosso, restituisce un concetto che resiste da secoli: nessuno, nulla è indispensabile.
Necessaria dissacrazione, si diceva, che dal sacro lambisce il profano in una risacca di sfumature applicabili a concetti diversi.
Ma cosa accade se un evento inaspettato rende in-significante un’espressione collaudata da secoli?
Parliamo, naturalmente, della scelta di Benedetto XVI che, durante il concistoro del 11 febbraio scorso, annunciava la sua rinuncia al ministero di Vescovo di Roma, dimettendosi dal ruolo di Papa con decorrenza della sede vacante dal giorno 28 dello stesso mese.
Stupore, incertezza, biasimo, ammirazione. Sentimenti contrastanti e necessità di capire cosa ci fosse dietro la scelta inusuale dell’ottavo Papa a rinunciare al ministero petrino (l’ultimo precedente risale al 1415 con Gregorio XII).
“Ha detto che si è dimesso perché è vecchio e stanco, ma se si vuole capire perché nel 2013 era così stanco, credo che si debba guardare a cosa è successo negli ultimi otto anni” – dichiara John L. Allen, vaticanista della CNN.
Da qui parte La scelta del Papa, l’instant doc prodotto da La7 e GA&A, in onda questa sera, sabato 23 marzo, alle 21.30 su La7, con Gian Luigi Nuzzi.
Dall'”Habemus Papam” del 13 marzo, che porta sul soglio Pontificio il cardinale Jorge Mario Bergoglio, con il nome simbolico di Francesco, a ritroso negli anni del pontificato di Ratzinger, e ancora prima in quelli di Giovanni Paolo II, indagando le motivazioni di una scelta.
Numerose e di diversa provenienza le voci che si susseguono nel ricostruire le ragioni della storica decisione, diverse le tematiche affrontate, ricco il materiale d’archivio. Pacificata e costruita in modo critico l’immagine che il documentario restituisce del Papa Emerito.
La storia cambia, cambierà anche la lingua e il proverbio di cui parlavo sopra forse cadrà in disuso, più probabilmente si arricchirà di nuovi significati:
1-Il senso del detto si potenzierà: nulla e nessuno è indispensabile, tanto che non c’è bisogno che muoia un Papa perché se ne faccia un altro
2-All’estremo opposto si farà risiedere nella forza della scelta l’unicità e quindi l’essere necessario di ogni individuo,a partire dall’esempio illustre di un uomo, che è uomo, prima che Papa.