Paolo Garimberti contro il Tg3: ecco il nuovo cameriere di Silvio

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Ho da tempo ribattezzato il presidente di garanzia della Rai, quello scelto dalle opposizioni per vigilare sul conflitto d’interessi, come il bell’addormentato.

Modestia a parte, mi pare che la definizione gli calzi a pennello: in una Rai violentata e sfigurata dall’arroganza del premier, con un telegiornale (il Tg1 ovviamente) assimilabile agli omologhi cinesi e coreani, con un direttore generale (poco cambia se parliamo di Masi o della Lei) teleguidato da Arcore, con i giornalisti indipendenti cacciati per delle volgari purghe politiche, il nostro ha costantemente dormito, salvo svegliarsi ogni tanto dal letargo per blaterare qualche inutile frase di circostanza.

Una coppia quasi comica, col presidente della commissione di Vigilanza, il quasi novantenne Sergio Zavoli, probabilmente – e anche comprensibilmente – più addormentato del primo.

Comunque, la notizia è che il bell’addormentato si è finalmente svegliato. Direte voi: si è svegliato per pretendere la cacciata del censore Minzolini, pure accusato di peculato ai danni dell’azienda? Per minacciare le dimissioni nel caso la Rai non recuperasse Santoro, la cui partenza ha determinato la caduta libera dell’ormai dispersa Rai due? No, niente di tutto questo.

Paolo Garimberti si è svegliato per dire, in commissione Vigilanza, che “esiste un problema Tg3“. Il “problema” consisterebbe in una scarsa obiettività e nella difficoltà di tenere distinte le notizie dalle opinioni.

Ricapitoliamo: Garimberti è il presidente di una televisione pubblica dove due telegiornali su tre (se allarghiamo il panorama a Mediaset possiamo dire cinque su sei) fanno propaganda per il governo. Uno, il Minzo cul. pop., in un modo talmente volgare e sfacciato da aver fatto indignare e scappare milioni di telespettatori.

E cosa fa il presidente di garanzia? Se la prende con l’unico telegiornale timidamente critico, che peraltro ha sempre dato ampio spazio a tutte le voci e, soprattutto, non ha mai censurato le notizie sgradite come qualcuno.

Quando il prode Garimberti venne nominato con il placet della maggioranza ai vertici di Viale Mazzini, Berlusconi commentò: “È una persona perbene”. Traducendo dal lessico berlusconiano, significava più o meno: “è uno che mi posso comprare”.

Poi chissà come stanno le cose, ma il bell’addormentato ha il mandato in scadenza e guarda caso si è svegliato proprio adesso per aggiungersi apertamente alla foltissima servitù di Arcore, che a quanto pare non perde pezzi ma ne guadagna.

P.S. Curioso che gli ex colleghi di Repubblica, i campioni dell’antiberlusconismo, su queste ultime surreali esternazioni del Garimberti non abbiano scritto neppure una riga di critica, limitandosi a un articoletto di cronaca nascosto in taglio basso a pagina 17.

(In foto: Garimberti).