Omotransfobia e legge Zan, cos’è e perché è importante parlarne

Evelyn Novello

Nata a Milano nel 1995 e laureata in Comunicazione pubblica e d'impresa. Nel 2016 mi sono avvicinata al mondo del giornalismo e da quel momento non più smesso di scrivere.

Tag: lgbt
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Il caso Fedez al concerto del Primo Maggio che è in questi giorni sulla bocca di tutti contribuisce a riportare l’attenzione sul fenomeno dell’omotransfobia e sulla legge che dovrebbe combatterla, la legge Zan.

Tale legge, approvata a novembre alla Camera, è rimasta ferma al Senato per mesi e da poco è stata calendarizzata dalla commissione Giustizia. Ma cosa prevede nello specifico?

Omotransfobia e legge Zan: di cosa si tratta

“Avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità, i transessuali e la transessualità”. Questa la definizione della Treccani del termine “omotransfobia”. Ma per capire quanto sia di scottante attualità l’omotransfobia basta leggere alcuni fatti di cronaca, come la coppia omosessuale picchiata in una metro a Roma perché rea di essersi scambiata un bacio.

Ma questi sono i fatti più eclatanti. Di episodi del genere ce ne sono ogni giorno ma fanno meno scalpore perché magari si risolvono in commenti indesiderati per strada, sui social, violenza verbale che non crea notizia ma che alla vittima provoca ugualmente dolore e non sempre riesce a riderci su come vorrebbero Pio e Amedeo.

Per capire le sofferenze che prova una persona solo perché facente parte di una categoria bisognerebbe far parte della medesima categoria.

Detto ciò, cosa si può fare? Si può e si deve parlare del fenomeno dell’omotransfobia senza semplificazioni o minimizzazioni. Bisogna sensibilizzare su un tema che si concretizza ogni giorno in violenze più o meno gravi e che trova le sue radici in una cultura tanto retrograda quanto sbagliata. Per porre rimedio almeno sul piano giuridico, il deputato del Partito Democratico Alessandro Zan ha proposto un disegno di legge che inasprisce le pene per chi si macchia di questo reato.

Omotransfobia e Legge Zan: cosa prevede la legge

La legge Zan mira a estendere le norme di tutela già attualmente in vigore per le etnie e l’orientamento religioso previste dalla legge Mancino del 1993 anche all’orientamento sessuale. In sostanza quindi propone di punire con aggravante chi commette violenza o incita a commettere violenza nei confronti di un’altra persona sulla base dell’orientamento sessuale o identità di genere. La legge, poi, introduce all’interno dell’art.

604 bis del Codice Penale nuove norme che puniscono comportamenti discriminatori contro disabili, omosessuali, transessuali, e qualsiasi altro atto persecutorio motivato dall’orientamento sessuale.

L’articolo in questione, che punisce le discriminazioni razziali, etniche, nazionali e religiose, sarà quindi modificato dall’art.1 di questa nuova legge introducendo la punizione anche per atti discriminatori fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”. Per quanto riguarda nello specifico le pene, l’art.4 del testo di legge ora approvato alla Camera prevede che sarà punito:

  • con la reclusione fino ad un anno e 6 mesi o multa fino a 6.000 euro, chiunque istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati su tali motivi (primo comma, lett.a)
  • con la reclusione da 6 mesi a 4 anni, chiunque istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per tali motivi (primo comma, lett.b)
  • con la reclusione da 6 mesi a 4 anni, chiunque partecipa o presta assistenza ad organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per tali motivi (secondo comma).

Omotransfobia e Legge Zan: tra sostegno e dissenso

Il disegno di legge è stato approvato alla Camera a novembre 2020 con 265 sì, 193 no e un astenuto Da quel momento è fermo al Senato. Per i continui rinvii, l’ultimo dei quali il 22 aprile da parte del presidente della commissione Andrea Ostellari della Lega, la vicenda ha scosso l’opinione pubblica e mobilitato il mondo del web. In tantissimi hanno sostenuto il decreto legge e chiesto la sua calendarizzazione in Senato attraverso l’hashtag #DdlZan, così come alcuni partiti (Pd, M5s, Leu e Italia Viva) chiedono da tempo la sua discussione.

Qualcosa sembra essersi mosso. Il 28 aprile un tweet di Alessandro Zan annuncia:

La legge contro #omotransfobia, misoginia e abilismo è stata calendarizzata in Commissione Giustizia al #Senato. Finalmente ora può iniziare la discussione anche in questo ramo del Parlamento, per l’approvazione definitiva.

Le critiche non mancano, in prima battuta da alcuni esponenti della Lega che considerano la legge liberticida e contro la libertà d’espressione.

La risposta, però, è già contenuta nell’Art.4 dello stesso disegno di legge, che spiega:

Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compi­mento di atti discriminatori o violenti.

Compromesso raggiunto in commissione alla Camera. L’unico limite è quindi il margine di discrezionalità che avrà il giudice chiamato a distinguere tra legittima opinione e atto di discriminazione, peculiarità già esistente per gli altri casi di discriminazione previsti dalla Legge Mancino.

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