Nuda in pubblico a 19 anni e completamente libera

Olga Luce

Olga Luce, nata a Napoli nel 1982, è diplomata al liceo classico. Scrive di cronaca, costume e spettacolo dal 2014. Il suo motto è: il gossip è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo (quindi tanto vale farlo bene)! Ha collaborato con Donnaglamour, Notizie.it e DiLei. Oggi scrive per Donnemagazine.it

Condividi

Nuda in pubblico assieme a un numero imprecisato di altri individui nella stessa condizione: è questo il principio del racconto di Edan Lepucki, una scrittrice californiana.

Quando aveva 19 anni fu coinvolta in uno mass naked shooting, cioè le fu chiesto di posare completamente nuda, all’alba, per uno scatto che l’avrebbe ritratta assieme a moltissimi estranei nel mezzo delle strade di Chinatown. Ritrovare quelle fotografie anni dopo permette alla Edan di oggi di guardare indietro verso la se stessa di allora e di fare bilanci della propria vita attraverso ciò che è cambiato nel suo corpo.

Nuda in pubblico a 19 anni

L’inarrestabile desiderio di libertà che si sperimenta nell’età della piena adolescenza rimane impresso nella mente in maniera estremamente vivida, per quanti anni possano passare. Viva e libera si sentì Edan Lepucki quando, con i postumi di una sbronza di Capodanno, raggiunse il luogo dell’appuntamento con il fotografo Spencer Tunick. Insieme ad Edan quel giorno si tolsero i vestiti persone di ogni tipo ed età, i cui corpi nudi e indifesi raccontavano miriade di storie differenti.

Da quella nudità dapprima imbarazzante e poi liberatoria Edan cominciò il percorso che la portò ad avere un rapporto più consapevole con il proprio corpo di donna che, a quell’epoca, stava ancora aspettando di sbocciare.

Tempo dopo, quando si era già dedicata al mestiere di scrittrice a tempo pieno, Edan incontrò di nuovo Lepucki, stavolta in maniera pressoché casuale, mentre il fotografo e la sua compagna erano in un caffè.

Edan si presentò e spiegò al Lepucki di aver partecipato alle foto di quell’alba di Capodanno a Chinatown. Il fotografo naturalmente non poteva ricordarsi di lei, ma decise di chiederle se fosse disposta a posare di nuovo. La ragazza accettò.

Non si trattò di una foto di gruppo: Lepucki le chiese di posare da sola, ancora una volta completamente nuda e di nuovo nel mezzo di una strada. In quegli scatti la giovanissima scrittrice abbracciava un piccolo missile vuoto, residuato bellico venduto come souvenir a Los Alamos.

Di nuovo Edan fu completamente libera ma, stavolta, completamente sola davanti alla macchina fotografica.

Il corpo nudo della giovinezza

Quella fotografia di Los Alamos fu conservata gelosamente per anni sotto chiave, ma la passione per le fotografie di nudo aveva attecchito nella Edan diciannovenne. Negli anni del college, con la complicità di amici artisti e annoiati, la ragazza posò moltissime volte, interpretando ruoli distanti dalla sua quotidianità (una rapinatrice, una ragazza sessualmente provocante) ma ancora una volta la nudità fisica finì con il mettere a nudo la sua anima.

Lo stadio da football era vuoto. Edan era sola sul prato, sullo sfondo delle gradinate bianche e del cielo terso. Era completamente nuda, ad eccezione di un casco da football che sembrava enorme sul suo piccolo collo pallido. La sua compagna di stanza, vestita da cheerleader, stava scattando. Dall’alto degli spalti qualcuno fischiò un apprezzamento entusiasta, Edan sorrise.

Il corpo di una donna

Di nuovo un fast forwards: Edan oggi è sposata con due bambini, è diventata una scrittrice affermata e naturalmente ha smesso di posare per foto di nudo.

Le tornano in mente, vivide, le immagini di quegli anni e va alla ricerca delle vecchie fotografie sepolte in qualche angolo della casa. Le ritrova, le guarda, riconosce perfettamente il suo corpo minuto da adolescente e si rende conto che l’immagine che ha di se stessa è ancora saldamente ancorata a quelle fotografie.

Eppure il corpo di una madre non è più quello di una ragazza: i fianchi sono larghi, i seni pesanti e i capezzoli lunghi.

La curva del sedere non è più piccola e perfetta come un tempo.

Il momento in cui Edan riesce a mettere a confronto l’immagine presente con quella passata, colma in una volta sola il tempo che è trascorso sul suo corpo senza che ne avesse una reale percezione.

Riappropriarsi del proprio tempo amando il corpo che quel tempo ha plasmato dovrebbe essere, orgogliosamente, il compito di ogni donna.