No Tav info: Il governo perde la battaglia della comunicazione

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Anche nei sondaggi emerge che le ragioni dei No Tav sono sempre più condivise dall’opinione pubblica.

Il governo, infatti, continua a non spiegare a cosa serve l’alta velocità in Val di Susa

Credo che la maggior parte degli italiani non abbia una posizione molto precisa, o comunque molto convinta, sulla famigerata Tav in Val di Susa. Il motivo, a parte la complessità della questione dove intervengono valutazioni di tipo politico, economico, ambientale e sociale, sta anche nell’informazione deficitaria dei mass media, bravissimi a raccontare di scontri tra manifestanti e polizia, molto meno capaci nello spiegare motivazioni e idee delle opposte fazioni.

Detto questo però, a me sembra che nel Paese il vento stia lentamente cambiando a favore dei No Tav. Un recente sondaggio di Sky Tg 24, senza valore scientifico e fatto tra gli spettatori ma comunque indicativo, faceva registrare una percentuale straordinariamente alta, intorno al 40%, di contrari alla grande opera.

Questi esiti non mi stupiscono, nel senso che – a prescindere dal merito della questione sulla quale preferisco non pronunciarmi – la parte contraria all’alta velocità mi sembra molto più abile nel presentare le proprie ragioni.

Magari qualche volta movimenti e blogger dell’aria antagonista, diciamo così per semplificare, scivolano un po’ nella facile retorica della lotta ai potentati economici, alle banche e alle multinazionali, ma vedere un’intera valle opporsi con così tanta convinzione e passione non può lasciare indifferenti.

Dall’altra parte il governo e i media mainstream – tutti grossomodo a favore dell’alta velocità – sembrano capaci di opporre un solo argomento, come rilevava anche Adriano Sofri su Repubblica: quello dell’ineluttabilità del progetto.

Ci si sente dire che ormai la decisione è stata presa, che ormai l’Europa pretende che facciamo il nostro dovere, che ormai bisogna sacrificare gli idealismi ecologici sull’altare della convenienza economica, peraltro indimostrata. Insomma, un argomento debolissimo, che sembra tipico di chi non è poi molto sicuro delle proprie ragioni.

Una cosa è certa, in democrazia la logica dell’ormai non può avere cittadinanza: non esistono processi irreversibili, se il popolo cambia idea, si fa retromarcia e basta.

Altrimenti ci si ritrova in altri luoghi: tecnocrazie, regimi o quant’altro. E allora, se il governo e l’intellighenzia borghese che lo sostiene credono davvero nella Tav, sarà ora che si sforzino di spiegare al resto del Paese quali siano realmente questi grandi vantaggi economici che vengono promessi. Altrimenti, appunto, non si capisce quale scandalo ci sia nel chiedere una totale retromarcia.

(Foto: infophoto).