Niccolò Bettarini su Instagram cita Gomorra

Fabrizia Volponi

Fabrizia Volponi nata ad Ascoli Piceno nel 1985. Laureata in "Scienze Storiche" e in "Scienze Religiose", sono da sempre appassionata di lettura e di scrittura. Divoro libri e li recensisco sul mio Blog Libri: medicina per il cuore e per la mente. Lasciatemi in una libreria, possibilmente piccolina e vintage, e sono la donna più contenta del mondo.

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Niccolò Bettarini, figlio di Simona Ventura e Stefano, si sta pian piano riprendendo.

Il ragazzo è stato brutalmente aggredito per aver tentato di difendere un amico in difficoltà. Niccolò ha rischiato la vita, ma ora, in convalescenza, vuole lanciare un messaggio forte ai suoi aggressori, rinchiusi nel carcere San Vittore di Milano. Mr Bettarini affida le sue parole a Instagram e cita la famosissima serie Tv Gomorra.

Il post di Niccolò

Niccolò Bettarini, dopo la brutta aggressione e il conseguente intervento a cui è stato sottoposto, torna a parlare sui social.

Il ragazzo appare provato, con un occhio ancora nero e il braccio ingessato. Niccolò, in una Instagram Stories, scrive: “Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto, ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani”. In molti hanno riconosciuto la famosissima citazione utilizzata dal figlio di Simona Ventura. È il proverbio arabo che un personaggio della serie Tv Gomorra utilizza spesso. Stiamo parlando di Enzo Sangue Blu, interpretato da Arthur Muselli, personaggio desideroso di vendetta e rivalsa.

Che non ci sia la stessa smania nel giovane Bettarini? Per come abbiamo imparato a conoscerlo, soprattutto dopo l’accoltellamento di cui è stato vittima, non crediamo sia così. Questa frase ha comunque fatto scalpore e, in men che non si dica, ha fatto il giro del web. Niccolò Bettarini, magari dopo le ultime dichiarazioni del Giudice Stefania Pepe, che indica i suoi aggressori come spinti “dalla voglia di uccidere”, avrà scelto questa famosa frase per descrivere l’atteggiamento di questi quattro, per ora, bravi ragazzi che lo hanno accoltellato.

Non leggo voglia di vendetta nelle sue parole, ma voglia di giustizia sicuramente. Così come è giusto che sia e così come Stefano e Simona si augurano. L’Instagram Stories di Niccolò è stata subito condivisa dalla sua fidanzata Zoe Esposito, presente al momento dell’aggressione.

Le indagini

Le indagini, in mano alla procura di Milano, sono ferme ai quattro ragazzi arrestati la mattina stessa dell’aggressione. Stando alle dichiarazioni del giudice per le indagini preliminari, Stefania Pepe, i ragazzi, in custodia cautelare presso il carcere di San Vittore, “hanno agito per uccidere”.

Il giudice sostiene che gli aggressori avrebbero potuto infliggere a Niccolò Bettarini colpi che avrebbero potuto portarlo alla morte, considerando anche la superiorità numerica del branco. Ma non solo, stando sempre agli atti, pare che i quattro bravi ragazzi non abbiano ucciso la vittima per una volontà indipendente da loro. In poche e semplici parole abbiamo questi giovani, visto che nessuno arriva a trent’anni, che in una sera qualsiasi decidono di aggredire un ragazzo.

Il branco non accetta l’intromissione di un’altra persona che prende le difese della vittima e Niccolò Bettarini finisce in fin di vita al Niguarda di Milano. La colpa di Mr Betta è una sola: non essersi voltato dall’altra parte in una situazione di difficoltà. Ecco, ora credo che la sua citazione di Gomorra appaia molto più chiara: “Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto, ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani”.

Niccolò stava per finire cadavere e coloro che stavano festeggiando la vittoria in quel momento, non rappresentano altro che i cani del famoso proverbio arabo. È proprio il caso di dire: più leoni e meno cani, grazie.