Mostra del Cinema di Venezia 2013: via al Concorso con Emma Dante, Tracks e Groning

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Dopo la prima soddisfacente giornata “non ufficiale” della Mostra Cinematografica di Venezia, si entra oggi nel vivo della settantesima edizione con i primi film in concorso.

Ad aprire le danze troviamo il debutto dietro la macchina da presa dell’affermata regista teatrale Emma Dante con un’opera tratta dall’omonimo romanzo da lei scritto.

La stessa Dante è protagonista di Via Castellana Bandiera insieme alla sempre più affermata Alba Rohrwacher: la storia, facilmente leggibile come una metafora della condizione del Paese, è quella di un duello automobilistico per il passaggio in una strada strettissima di Palermo. Ai lati dell’immaginario ring da una parte Rosa, palermitana trapiantata a Milano, e la compagna Clara, dal’altra Samira e tutta la famiglia Calafiore stipata nella macchina.

Nessuna delle due vetture vuole dare la precedenza all’altra e dopo poco la situazione assumerà tinte surreali.

Il secondo film in concorso è invece Tracks dello statunitense John Curran. Tratto da una storia vera verificatasti nel 1977, si narra di come la scrittrice Robyn Davidson abbia attraversato il deserto australiano per 1700 miglia, in compagnia solo di quattro cammelli e di un cane. In realtà alla donna il National Geographic affiancò il fotografo Rick Svolan, con il quale si instaurò una burrascosa relazione.

Paesaggi mozzafiato e una Mia Wasikowska temeraria per un’indagine sulla ricerca della solitudine.

Terzo film della competizione massima è Die Frau des Polizisten (The Police Officer’s Wife) di Philip Groning, cineasta che 8 anni fa sconvolse il mondo con Il grande silenzio, suggestiva e puntigliosa cronaca, ancorché fisica e partecipativa, della vita in un monastero di clausura. Questa volta la scommessa è ancora più audace: si racconta, senza mai uscire dall’intimità domestica, la progressiva disintegrazione di una famiglia in cui il padre fa il poliziotto, esce di casa, assorbe tutto il male del suo mestiere, e lo scarica poi a casa.

Radicale.

Presentato ieri, ma riproposto anche oggi al grande pubblico, arriva l’attesissimo Die Andere Heimat, movimento proemiale ottocentesco di quel colossale affresco trentennale dipinto con minuziosa pazienza dal regista tedesco Edgar Reitz. Heimat a oggi consta di tre serie televisive (che come qualità artistica gareggiano senza problemi con i migliori capolavori della settima arte) in cui il regista seguendo le vite di alcuni personaggi nel corso degli anni delinea una vertiginosa indagine sull’identità tedesca pre e post nazismo.

Imperdibile il cameo di Werner Herzog, altro teutonico di ferro.

Segnaliamo poi velocemente un nostro favorito, Daniele Gaglianone, che in un evento speciale delle Giornate degli Autori mostra La mia classe, esperimento metacinematografico che parte da La classe di Laurent Cantet – documentario con punte di fiction sul sistema scolastico – per prendere una direzione inedita. Con Valerio Mastandrea.