Lost, quando si ha paura della sesta stagione…

Che gli autori di Lost bevessero non era in dubbio.

«Ci troviamo al mattino e davanti a una tequila e parliamo di tutto, dalla famiglia, alla politica, alla religione, per una o due ore. Poi insieme agli altri autori ci mettiamo a scrivere: ognuno riporta le sue idee su grandi lavagne bianche, poi si fa una sintesi. È un gran caos  perché scriviamo più episodi contemporaneamente». 

Che avessero creato un prodotto televisivo innovativo nemmeno.

«Noi abbiamo fatto esattamente il contrario del dogma principale della scrittura televisiva: complicare, invece di semplificare. Ci abbiamo buttato dentro tanti di quei personaggi e di quelle situazioni che facciamo fatica pure noi a ricordarli».

Che avessero in testa l'inizio e la fine di Lost ma non tutto ciò che doveva stare nel mezzo idem.

«Nella nostra testa c’erano chiari solo l’inizio e la fine della serie. Niente, invece, di quello che dovevamo mettere nel mezzo. Poi, quando il numero delle edizioni è cresciuto, ci siamo dovuti inventare di tutto. Ma vedrete che ogni cosa assumerà un senso compiuto nella sesta e ultima serie»

Ma ora arriva il compito più arduo: la sesta stagione. Che sarà anche l'ultima. Damon Lindelof e Carlton Cuse, gentilmente, visto che vi siete dovuti inventare di tutto (ma proprio di tutto, e spesso si vede) perchè il numero delle puntate aumentava con il passare del tempo, provate a proporci una sesta stagione che possa veramente giustificare lunghi anni di attesa. 

Mettiamo dei paletti: non vale far scomparire il mondo, non vale farmi scomparire il televisore in casa, non vale farmi saltare il segnale dell'antenna o della parabola a 3 minuti dal finale.

Grazie.

Scritto da Style24.it Unit

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