Lisa Montgomery, sospesa la pena di morte con iniezione letale

Evelyn Novello

Nata a Milano nel 1995 e laureata in Comunicazione pubblica e d'impresa. Nel 2016 mi sono avvicinata al mondo del giornalismo e da quel momento non più smesso di scrivere.

Tag: donne
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La nuova amministrazione Biden-Harris, contraria alla pena di morte, ha salvato la vita a quella che doveva essere la prima donna giustiziata nel braccio della morte in 67 anni.

Il tribunale ha sospeso la condanna a morte con iniezione letale per Lisa Montgomery, accusata nel 2004 di aver ucciso una donna incinta per rapirle la figlia.

Chi è Lisa Montgomery

L’esecuzione era prevista per il 12 gennaio 2021 ma è stata sospesa. Lisa Montgomery è salva e la condanna verrà sottoposta a perizia psichiatrica. Attualmente Montgomery, 52 anni, è l’unica donna presente nel braccio della morte e se fosse stata giustiziata sarebbe stata la prima donna dopo 70 anni.

La pena capitale le era stata inflitta per un macabro omicidio compiuto nel 2004 in Kansas. La vittima era Bobbie Jo Stinnett, 23enne incinta di 8 mesi. Lisa si recò da lei con la scusa di voler comprare dei cuccioli di cane ma, una volta arrivata, la strangolò a morte e le tagliò la pancia per rubarle la figlia che portava in grembo. L’obiettivo dell’atroce delitto era far passare la piccola come una delle sue figlie.

La piccola è incredibilmente sopravvissuta e ora ha 16 anni.

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Gli avvocati difensori della donna hanno cercato di dimostrare che Lisa soffrisse di problemi mentali e che tuttora abbia “mostrato in modo chiaro la sua attuale incapacità mentale”. Secondo l’avvocato Kelley Henry, la Montgomery soffre di “danni cerebrali e gravi malattie mentali esacerbate da una vita di torture sessuali subite da chi l’ha accudita” e ha ricordato che “l’ottavo emendamento vieti l’esecuzione di persone come Montgomery a che, a causa della loro malattia mentale o danni cerebrali, non ne comprendono l’idea”.

Lisa Montgomery ha alle spalle una vita molto difficile: è stata abusata dal patrigno e minacciata dalla madre dopo aver scoperto gli abusi. Alcolizzata e con due matrimoni in giovane età finiti male, prima di essere sterilizzata aveva avuto quattro figli.

I difensori della Montgomery avevano già combattuto una battaglia per bloccare l’esecuzione ma l’appello fu del tutto ignorato da Trump, che, anzi, durante il suo mandato ha riattivato la macchina delle pene capitali dopo una moratoria di 17 anni, supervisionando già 10 esecuzioni e rifiutandosi di bloccare le quattro restanti.

“Data la gravità della malattia mentale della signora, le torture sessuali e fisiche che ha subito per tutta la vita e il collegamento tra il suo trauma e i fatti del suo crimine, facciamo appello al presidente per concederle misericordia e commutare la sua condanna in ergastolo” chiedevano i legali. L’esecuzione, quindi, era stata fissata per il mese scorso ma era stata rimandata dopo che il procuratore si era ammalato di Covid.

Fissata poi al 12 gennaio 2021 al Federal Correctional Complex di Terre Haute, nell’Indiana, ora il giudice Patrick Hanlon ha sospeso la condanna per valutare effettivamente le capacità mentali della donna.

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