L’inconscio e i suoi pericoli nel nuovo thriller cinematografico.
Ovviamente innevato
Da quando Stieg Larsson ha abbandonato questa triste valle di lacrime, lasciando come perenne monito la sua trilogia thriller Millennium (portata sullo schermo per ben due volte), il volto del crimine non è stato più lo stesso.
Sarà stata l’ondata di giallisti provenienti dalla placida Svezia, sarà stato il clamore provocato dalle avventure di Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander… fatto sta che al giorno d’oggi, volessimo immaginarci un omicidio misterioso, sicuramente questo si svolgerebbe in un ambiente tranquillo, innevato, abitato da personaggi per la più parte biondi e favellanti un idioma che pare un misto tra il tedesco e l’inglese.
Il thriller parla svedese, dunque, e L’ipnotista in questi giorni al cinema non è altro che la constatazione ultima. Tratto dall’omonimo best-seller del 2009 firmato da Lars Kepler (pseudonimo di una coppia di scrittori che ha provato la strada del crime novel), il film è anche l’occasione per il ritorno in patria del regista Lasse Halstrom dopo più di 20 anni di servizio americano.
Nome non troppo appariscente e non particolarmente ricordato dal grande pubblico, il cineasta è stato il realizzatore di pellicole di successo, spesso smielate o sentimentali, quali ad esempio Buon compleanno, Mr.
Grape, Le regole della casa del sidro, Chocolat, Il vento del perdono, Casanova Hachiko – Il tuo migliore amico e Il pescatore di sogni. Un curriculum solido e di rispetto, il suo, ma Lasse non è certo un idolo dei cinefili.
Il film racconta delle indagine dell’ispettore Joona Linna riguardanti il caso del massacro di una famiglia, avvenuto nei sobborghi di Stoccolma. L’unico testimone oculare è il figlio adolescente, scampato per miracolo alla tragedia, che però non può rispondere alle domande della polizia perché in coma.
Mentre si cerca la figlia maggiore, scomparsa nel nulla, Joona chiede aiuto all’ipnotista Erik Maria Bark affinché trovi un modo per comunicare con il ragazzo. Bark accetta, dopo qualche titubanza, decidendo di rompere la solenne promessa di non praticare più. Ha così inizio un viaggio tormentato, pericoloso e oscuro nei meandri del subconscio…