Libri da regalare a Natale 2011: Maria De Filippi di Emanuele Kraushaar (Alet Edizioni)

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A Natale, se proprio non si riescono a preparare dei bei regali, si dovrebbero fare dei regali utili: non sta scritto da nessuna parte ma è una mia personale convinzione che unisce pragmatismo e cinismo.

Nel nostro mondo, il cui principio di realtà viene formato e alimentato dai media, e in special modo dalla televisione, un testo che induce a riflettere sui personaggi più influenti può essere sicuramente un toccasana.

È per questo motivo che mi sento di consigliare il volumetto Maria De Filippi edito da Alet Edizioni. Vergato da Emanuele Kraushaar, giornalista e scrittore romano, il libro si inserisce all’interno della collana Iconoclasti: collana, come dice il retrocopertina, che ospita autori che esercitano “una critica demolitrice e sovversiva delle convenzioni che disciplinano la società”.

Nato da una visione pomeridiana della trasmissione Uomini e Donne, il libro è di difficile catalogazione: non è né un romanzo né una raccolta di racconti, ma si potrebbe descrivere come un susseguirsi di illuminazioni, epifanie, momenti. Citando a sproposito Michael Haneke si potrebbe parlare di 110 Frammenti di una cronologia di Uomini e Donne.

Al centro di questi frammenti infatti vi sono i protagonisti della trasmissione, i famigerati tronisti, alla prese con situazioni, televisive e non, che riflettono la sostanziale vacuità dell’esperienza prodotta da Maria De Filippi, variamente descritta come una divinità salvifica e inquietante allo stesso tempo, comprensiva e insieme terribile, una sorta di Madonna-Kali che con uno sguardo annichilisce e conforta secondo il proprio capriccio.

Parlando però di Uomini e Donne Kraushaar, sempre con un atteggiamento tra il divertito e l’empatico, vuole riflettere sulla condizione contemporanea dell’uomo, e dei ragazzi italiani, convinti che “Esse est percipi – Essere è essere percepiti”. Solo che se l’essere non è sostenuto da niente (che sia un valore, una struttura sociale, una regola di vita) e la percezione è mistificata dal tubo catodico, ci si spiega perché tanti di questi frammenti sono gravati da un’atmosfera livida e disperata.