Chi era Leonardo Sciascia: scrittore e politico italiano

Arianna Giago

La mia passione è la comunicazione, la considero un'arte. Ho avuto esperienze come articolista web e come collaboratrice presso un giornale su carta stampata della mia zona, mestiere che mi ha insegnato molto, più di quanto possano fare i libri, e mi ha fatto capire che quella del giornalismo è più di una professione, ma una vera e propria vocazione. Raccontare le storie degli altri, per gli altri. Raccontare il mondo attraverso i nostri occhi, è un compito davvero importante.

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Conosciuto non solo come poeta, ma anche come scrittore, politico e giornalista ecco chi era Leonardo Sciascia.

Nei suoi scritti si può trovare un’eredità culturale molto importante non solo per la regione di provenienza dell’autore, la Sicilia, ma per l’Italia tutta. A 100 anni dalla sua nascita, scopriamo chi era uno dei maggiori esponenti della letteratura contemporanea italiana, Leonardo Sciascia.

Chi era Leonardo Sciascia

Leonardo Sciascia nasce l’8 gennaio 1921, a Racalmuto, provincia di Agrigento famosa anche per aver dato i natali al celebre drammaturgo Luigi Pirandello.

Il padre, Pasquale, emigrato negli Stati Uniti all’età di 25 anni, una volta rientrato in Sicilia, dopo la Grande Guerra, sposa Genoveffa Martorelli, con la quale ha tre figli. Primo tra tutti, Leonardo. A Racalmuto il giovane Leonardo Sciascia apprende tutto ciò che può apprendere, frequentando le scuole elementari e una sartoria e un teatro gestiti dagli zii.

A Caltanissetta, dove si trasferisce con la famiglia nel 1935, Sciascia intraprende gli studi magistrali, mentre qualche anno più tardi si iscrive alla Facoltà di Magistero di Messina.

Supera molti esami, ma non arriva alla laurea, preferendo lavorare. Dopo un primo impiego al consorzio agrario infatti, Leonardo Sciascia inizia ad insegnare alle scuole elementari e nello stesso periodo conosce la donna che diventerà sua moglie, Maria Andronico, e dalla quale avrà due figlie.

Leonardo Sciascia tra letteratura e politica

Sebbene cresciuto in un contesto mussoliniano, la guerra di Spagna lo porta a rivalutare il suo credo politico. Dopo un iniziale entusiasmo nei confronti del fascismo, dovuto anche al contesto storico e culturale nel quale si trovava il poeta, Sciascia prende posizioni antifasciste, avvicinandosi anche al Partito Comunista clandestino di Caltanissetta, e agli ambienti antifascisti cattolici. Leonardo Sciascia si afferma come scrittore a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, periodo in cui tramite l’editore Einaudi pubblica alcuni libri come i racconti de Gli zii di Sicilia, nel 1958, e i romanzi Il giorno della civetta e Il consiglio d’Egitto (1961-1963).

Nel 1967 Leonardo Sciascia si trasferisce a Palermo, città da dove lo scrittore osserva le vicende che alla fine del decennio stravolgono completamente la società. I suoi testi rispecchiano quel periodo. Sciascia scrive infatti tematiche di attualità, affrontando fenomeni politici e sociali, arrivando anche a prefigurare eventi, purtroppo, drammatici.

Sempre negli anni Settanta, Sciascia si impegna in politica partecipando prima, accanto ai comunisti, alla campagna in difesa della legge sull’aborto del 1974, argomento ancora molto attuale, e candidandosi poi al Consiglio comunale di Palermo come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano.

Viene eletto, ma si dimette due anni dopo. La vita politica di Sciascia lo vede protagonista di numerose polemiche, tra tutte quella del 1978, quando a ridosso del rapimento e della successiva uccisione di Aldo Moro, lo scrittore scrive un pamphlet intitolato appunto L’affaire Moro. Da qui, la decisione di candidarsi alle elezioni europee e politiche del 1979 nelle liste del Partito Radicale.

L’attività come giornalista

Iniziata la sua carriera alla stampa nazionale, Leonardo Sciascia scrive per testate come Il Corriere della Sera, L’Espresso e La Stampa. Ma fedele alla sua terra d’origine, non abbandona testate come Il Giornale di Sicilia e L’Ora. Scrive articoli di letteratura e storia dell’arte, che lo portano poi alla realizzazione di una raccolta di saggi intitolata Cruciverba, nel 1983. Sciascia interviene anche su temi fondamentali come mafia, terrorismo e giustizia distorta.

Negli ultimi anni invece, come se avesse completato un cerchio, lo scrittore torna al principio, scrivendo testi narrativi. Il cavaliere e la morte, scritto nel 1988, può essere considerato come una sorta di testamento letterario di Leonardo Sciascia. Una storia semplice, invece, viene pubblicato a pochi giorni dalla sua morte, che avviene a Palermo il 20 novembre del 1989.