Legge sull’omotransfobia: cosa prevede il testo approvato alla Camera

Evelyn Novello

Nata a Milano nel 1995 e laureata in Comunicazione pubblica e d'impresa. Nel 2016 mi sono avvicinata al mondo del giornalismo e da quel momento non più smesso di scrivere.

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Dopo anni di battaglie è stata finalmente approvata il 4 novembre la legge che contrasta la violenza e le discriminazioni legate all’omotransfobia, alla misoginia e alla disabilità.

Detta anche Legge Zan, dal nome del relatore Alessandro Zan del Pd, la legge è passata alla Camera con 265 sì, 193 no e un astenuto.

Legge omotransfobia: il testo

In origine il testo della legge conteneva misure contro le discriminazioni legate all’identità di genere e all’orientamento sessuale, durante l’esame in Assemblea poi, le tutele sono state estese anche alla disabilità. La legge sull’omotransfobia, o legge Zan, è passata alla Camera e si attende ora che vada all’esame del Senato.

Evidente la soddisfazione del Pd: “Bene! La Camera approva la legge per contrastare omotransfobia, misoginia e abilismo. Quando c’é da fermare violenza e odio il Pd combatte, sempre. Ora presto approvazione al Senato, per un’Italia più umana e civile” ha twittato il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti. Il capogruppo del Pd a Montecitorio, Graziano Delrio, aggiunge su Twitter: “Contro l’odio, le ingiustizie, la violenza: passi importanti per una comunità più giusta e tollerante, dove nessuno deve essere lasciato solo e discriminato”.

Non è passata inosservata la contrarietà delle opposizioni di centrodestra che hanno parlato di legge “liberticida” che introdurrebbe il “reato di opinione” sulle questioni legate al genere. Al grido di “Liberta! Libertà” gli esponenti dei partiti di opposizione hanno indossato in Camera dei bavagli, mentre Edmondo Cirielli (Fdi) ha annunciato: “Quando vinceremo le elezioni sarà la prima legge che abrogheremo”.

Cosa prevede la legge

Con l’approvazione della legge sull’omotransfobia si prevede che in tutte le scuole, fin dalle elementari, vengano insegnati il rispetto e l’accettazione per qualunque forma di manifestazione dell’amore o dell’orientamento sessuale.

Si prevede altresì l’istituzione di centri anti-discriminazione per sostenere le vittime della violenza omotransfobica, con lo stanziamento di 4 milioni al Fondo per le politiche sui diritti e le pari opportunità. In tutto il territorio nazionale dovranno quindi esserci luoghi di assistenza e tutela (legale, sanitaria e psicologica) contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere. Stabilita anche una giornata nazionale contro l’omotransfobia, che sarà il 17 maggio.

Nella “Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia” ci saranno cerimonie e iniziative per sensibilizzare sul tema, come avviene il 25 novembre per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Sostanzialmente la legge introduce all’interno dell’art. 604 bis del Codice Penale nuove norme che puniscono comportamenti che abbiano finalità di discriminazione fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. L’articolo in questione, che punisce le discriminazioni razziali, etniche, nazionali e religiose, sarà quindi modificato dall’art.1 di questa nuova legge introducendo la punizione anche per atti discriminatori fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”.

Le pene

L’art.4 del testo di legge ora approvato alla Camera prevede che sarà punito:

  • con la reclusione fino ad un anno e 6 mesi o multa fino a 6.000 euro, chiunque istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati su tali motivi (primo comma, lett.a)
  • con la reclusione da 6 mesi a 4 anni, chiunque istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per tali motivi (primo comma, lett.

    b);

  • con la reclusione da 6 mesi a 4 anni, chiunque partecipa o presta assistenza ad organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per tali motivi (secondo comma).

Le condanne per il nuovo reato di discriminazione fondata sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere saranno accompagnate dalla comminazione di pene accessorie come:

  • l’obbligo di prestare un’attività non retribuita a favore della collettività,
  • l’obbligo di permanenza in casa entro orari determinati,
  • la sospensione della patente di guida o del passaporto,
  • il divieto di detenzione di armi
  • il divieto di partecipare in qualsiasi forma ad attività di propaganda elettorale.

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