“Must be the season of the witch”
Sono tempi duri per la chiesa cattolica che, nonostante abbia ritrovato un nuovo slancio nella figura di Papa Francesco (personaggio amatissimo in grado di far r iacquistare credito mediatico all’istituzione), si è ritrovata “attaccata” su più fronti.
I rappresentanti delle gerarchie ecclesiastiche, dunque, cercano di controbattere a questa crisi come possono con argomentazioni e risultati molto variegati.
Sono di questi giorni infatti le dichiarazioni irate (e un po’ ritardatarie, a dire il vero) del vescovo di Ferrara Luigi Negri ai danni dell’ultimo film di Rob Zombie, Le streghe di Salem. La pellicola è stata definita come “un film realmente e incredibilmente anticattolico, un misto di satanismo, oscenità, offese alla liturgia e alle realtà ecclesiali che rasenta livelli difficilmente tollerabili per una coscienza autenticamente laica e civile, ancor prima che cristiana”.
La descrizione offerta non è inesatta, in quanto nel film sono presenti non pochi riferimenti ostili alla Chiesa, una ben poco velata esaltazione di un indefinito culto satanico promotore della rinascita di Lucifero, e un utilizzo di simbologie cristiane in chiave satirico-blasfema.
Sarebbe forse inutile rispondere al vescovo che l’operazione di Rob Zombie, più che un guanto di sfida verso la religione, rappresenta un (brutto e noioso) viaggio cinematografico nell’immaginario pop-satanico ormai divenuto una moda come tante; allo stesso modo si può pensare che il divieto ai minori di 14 anni, ritenuto non sufficiente, possa invece essere stato giudicato tale perché nel film, a parte qualche nudità e alcune scene di sangue, non c’è nulla di davvero ributtante a livello visuale.
Per quanto riguarda il lato ideologico della questione, invece, ci si rassegni: almeno per il momento l’Italia è uno stato formalmente laico, per cui idealmente lo Stato può autorizzare la proiezione di opere più o meno apertamente anticristiane.
Più scivolosa invece la richiesta della AIART (l’Associazione Spettatori Onlus, di marcato stampo cattolico) a Rai 4 di sospendere immediatamente la messa in onda degli episodi de Il trono di spade, serie fantasy-politica che sta macinando record impressionanti.
“Il programma è volgare, pornografico con insistite scene di violenza e di sesso, quasi gli autori fossero impegnati ad ottenere l’oscar della depravazione.” Questa la motivazione addotta dall’AIART, che purtroppo si scontra con una realtà – ce ne si faccia una ragione – in cui relativismo consumismo perdita di valori e tutti gli spauracchi di solito agitati dai moralisti hanno reso la popolazione italiana molto suscettibile in fatto di censure morali.
Alla gente, in parole molto povere, non piace per nulla che le venga detto cosa debba fare nella sfera più intima, cosa possa vedere e ascoltare e persino pensare. Tanto più, si aggiunge per completezza, che la trasmissione del suddetto telefilm prevede già una sorta di censura interna: alle 21,10 del giovedì viene infatti mostrata una versione editata, mentre il giorno dopo alle 23,20 è possibile visionare la versione integrale.
L’ultima pietra dello scandalo è infine l’esibizione della band Management del dolore post-operatorio al concerto del primo maggio, durante la quale il cantante si è esibito in una “ignobile parodia della Consacrazione del Corpo e Sangue di Gesù Cristo davanti alla folla“. In questo caso si possono comprendere le ragioni dello sdegno, perché il gesto è apparso un po’ a tutti fuori luogo in una manifestazione che, in teoria, avrebbe come obiettivo l’unione dei lavoratori al di là delle ideologie.
La responsabilità, in questo caso, è però da attribuire interamente agli organizzatori del concerto, incapaci di informarsi sulle abitudini di una band che, da quanto dicono i fan, è solita proporre la cerimonia blasfema all’inizio di ogni performance come invito all’uso del preservativo. A saperlo prima, ovvero se si fosse fatto un lavoro decente, la Rai si sarebbe risparmiata molte polemiche e possibile denunce (è sempre Luigi Negri a paventarle, infatti).
Un dubbio permane, però. Satana è quindi più forte che mai? La sua influenza, al di là di ogni ironia, si è resa ormai così forte e ominipervasiva da essere invisibile?