Le sfide emergenti del mercato del lavoro italiano: prospettive e tendenze entro il 2026

Francesca Neri

Laureata al MIT, oggi consulente per multinazionali su trend emergenti e tecnologie disruptive.

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Con l’avvicinarsi del 2026, il mercato del lavoro italiano affronta sfide significative che richiedono un ripensamento delle strategie aziendali.

Tra la carenza di talenti e l’elevato tasso di inattività, le aziende si trovano in un contesto in cui le competenze richieste non corrispondono a quelle disponibili sul mercato.

La transizione dalla retention alla prevention

Uno dei principali cambiamenti emersi dall’analisi condotta da 24ORE Business School riguarda la necessità di passare dalla logica della retention, ovvero il mantenimento dei dipendenti all’interno delle organizzazioni, a un approccio di prevention.

Questo implica la necessità di prevenire il disimpegno e il deterioramento delle competenze prima che tali fenomeni si manifestino nella loro piena gravità.

Formazione continua come leva strategica

In questo contesto, la formazione continua rappresenta una priorità fondamentale per le aziende. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (Inapp), circa il 21% dei lavoratori italiani risulta under-qualified, mentre solo il 66% della popolazione è considerato potenzialmente impiegabile.

Questo scenario contribuisce alla carenza di talenti, incidendo negativamente sulla crescita economica del Paese.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nel lavoro futuro

La diffusione dell’intelligenza artificiale sta trasformando il modo in cui si lavora, rappresentando non solo una potenziale minaccia per i posti di lavoro, ma anche un’opportunità per ottimizzare le attività quotidiane. L’AI consente di liberarsi da compiti ripetitivi, permettendo ai lavoratori di concentrarsi su attività che richiedono creatività, pensiero critico e relazioni umane.

Un nuovo equilibrio tra uomo e macchina

Questo cambiamento implica che le aziende devono ripensare il proprio approccio al capitale umano. L’equilibrio tra intelligenza artificiale e competenze umane diventa essenziale per garantire una crescita sostenibile. Le organizzazioni devono integrare la tecnologia con le abilità relazionali e creative dei lavoratori, creando un ambiente di lavoro che valorizzi entrambi gli aspetti.

Riprogettare l’esperienza lavorativa

Il concetto di lavoro sta attraversando una fase di evoluzione.

Con l’emergere di fenomeni come il quiet quitting, emerge chiaramente che i dipendenti cercano oltre alla mera retribuzione. Le aziende sono chiamate a rispondere a questa esigenza rafforzando il proprio purpose e la coerenza valoriale, creando un ambiente di lavoro che favorisca una connessione autentica tra le persone.

Attrarre le nuove generazioni

Per attrarre i talenti delle nuove generazioni, le organizzazioni devono adottare pratiche di gestione delle risorse umane più partecipative e un utilizzo intelligente della tecnologia.

Questo approccio non solo migliorerà l’employee experience, ma contribuirà anche a costruire una human experience realmente significativa e coinvolgente.

Il futuro del lavoro in Italia si presenta non come una competizione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana, ma come un’opportunità per instaurare un equilibrio sinergico. Le aziende che sapranno affrontare queste sfide saranno in grado di innovare e prosperare nel lungo termine.