Gli studenti, categoria suscettibile, sopratutto quando li si rappresenta come dei deficienti
“Ma in realtà questo ci meritiamo, ossia la ridicolizzazione della scuola, proprio nel momento storico in cui viene smantellata dalla fondamenta!”
In questo modo chiosavo il mio precedente post di sabato scorso sul reality show di Italia 1 La scimmia, nel quale descrivevo le impressioni ricavate dalla visione della prima puntata.
Sembrerebbe che anche gli studenti facenti parte del Movimento Studentesco Nazionale non abbiano eccessivamente apprezzato il tentativo di spettacolarizzare un processo tanto delicato e importante come quello dell’istruzione italiana.
E infatti nella notte tra domenica e lunedì sono comparsi sulle mura degli istituti della capitale striscioni e scritte contro il format televisivo.
Tra le migliori “Liberi di vivere, mai in gabbia come scimmie” e “La scuola non è un reality“.
Al Corriere della Sera di Roma i due rappresentanti del Movimento Andrea Moi e Edoardo Melmeluzzi hanno rilasciato la seguente dichiarazione, un po’ velleitaria ma di indiscutibile impatto polemico:
Ci fa inorridire che l’istruzione e gli esami di maturità vengano trattati come giochi per fare audience, quando rappresentano i percorsi principali per la crescita di ogni uomo.
Chiediamo che il reality La Scimmia, diseducativo e offensivo, venga subito chiuso e che gli studenti che hanno preso parte al programma, siano mandati in dei veri istituti di istruzione e non sotto i riflettori dove vengono solamente umiliati ed illusi.
Adesso il dubbio che mi assilla è: come risponderanno gli allievi di tutta Italia quando vedranno i due soliti idioti comparire e probabilmente assumere il ruolo di docenti, nella puntata di sabato prossimo? La prenderanno come una provocazione inaccettabile?
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La scimmia reality Mediaset
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