La Monna Lisa profanata per la ricerca scientifica

Cosa troveranno i ricercatori nella tomba di Lisa Gherardini, la Gioconda del quadro di Leonardo da Vinci? Scoprilo su Blogosfere Spettacoli

Assaltare luoghi di culto, dissacrare ambienti sacri, scoperchiare tombe e profanare i resti di ciò che vi si trova dentro: la ricerca scientifica.

Almeno, questo è quanto mi è venuto in mente leggendo i materiali per la notizia di oggi: partono infatti in giornata le ricerche del sepolcro di Lisa Gherardini (1479-1542) nell’ex convento di Sant’Orsola, a Firenze. Chi è, o meglio fu, codesta fanciulla? Nient’altro che – si dice, si mormora, in pratica non si è per niente sicuri – la giovane donna fiorentina che Leonardo da Vinci rese immortale nel celeberrimo quadro chiamato della Monna Lisa (come in effetti era conosciuta la donna, ma qui si tratta solo di semplice onomastica). Altrimenti detta la Gioconda.

E quindi fino a venerdì una équipe di studiosi, guidati da Silvano Vinceti, presidente del Comitato nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali si servirà di un geo-radar per scandagliare il sottosuolo dei due chiostri e delle due chiese facenti parte del complesso dell’ex convento, dove per l’appunto dovrebbero trovarsi le leggendarie spoglie. Dal 9 maggio in avanti, dopo aver ricevuto gli esiti di questi studi preliminari, inizieranno gli scavi veri e propri.

Molte domande sorgono spontanee, a questo punto.

1- Perché darsi tanta pena per un quadro che, lo voglio dire qui, è BRUTTO. Al Louvre stanno tutti in fila a fissare questo francobollo pittorico, mentre di fianco, dietro, davanti, ovunque ci sono secoli e secoli di capolavori. Mai nessuno mi spiegherà questo mistero.

2- L’utilità di questa ricerca. Anche trovando effettivamente i resti di questa povera donna, cosa se ne ricaverà? Forse che da un teschio si può davvero ricavare un confronto significativo con un quadro? E se sì – non mi stupirei della cosa – a che pro? Una volta saputo nome, cognome, vita, morte e miracoli della suddetta – se il fascino del quadro stava nel suo mistero – che rimarrà di così interessante, di così essenziale nella Monna Lisa?

Questa oscena necessità di sapere tutto, questo desiderio occidentale di penetrare all’interno della materia, della morte, del segreto temo che prima o poi disintegrerà qualsiasi divertimento, abolirà qualsiasi aspetto seduttivo, che ci riserva la vita. Mi viene in mente una scena significativa del film Il diamante bianco, di Werner Herzog: raggiunta una grotta quasi inaccessibile, perché coperta da una cascata, il regista decide di non filmare ciò che è custodito all’interno, per preservare una piccola porzione di mistero in un mondo che sempre più vuole farne a meno, guidato dal falso dio della conoscenza assoluta.

Scritto da Style24.it Unit

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