La guerra dei vent’anni lo scontro finale: Rete4 difende Berlusconi

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Domani sera in prima serata il secondo capitolo dell’arringa televisiva dell’ex premier

Il processo Ruby, nel quale l’ex premier Silvio Berlusconi è imputato di favoreggiamento della prostituzione minorile e concussione, sta facendo succedere eventi imprevedibili e catastrofici che in un altro momento storico sarebbero balzati immediatamente agli onori della cronaca.

Come classificare altrimenti le dichiarazioni di Libero, da sempre fedelissimo megafono dei sostenitori del Cavaliere, riguardo alla debacle televisiva del primo episodio dell’inchiesta giornalistica nota come La guerra dei ventanni e al conseguente spostamento su Rete 4, il canale berlusconiano per eccellenza?

Citiamo testualmente: “La prima puntata non aveva ottenuto risultati strabilianti: nè dal punto di vista dell’audience, nè sul piano processuale. La guerra dei vent’anni – ultimo atto, lo scorso 12 maggio su Canale 5, aveva fatto il 5% circa di share.

[…]Giovedì 20, questa volta su Retequattro, andrà in onda in prima serata La guerra dei vent’anni – scontro finale. La scelta dell’emittente, storicamente coi suoi telegiornali la più schierata politicamente con il presidente del Pdl, non è casuale: mira, infatti, a un pubblico tradizionalmente più schierato con Berlusconi, meno eterogeneo di quello della rete ammiraglia.

Considerazioni assolutamente scontate e persino condivisibili, quelle del quotidiano, che però lasciano sorpresi proprio per una sincerità e – quasi – una resa all’evidenza che non ci saremmo mai aspettati.

Possibile che anche a Libero siano rimasti colpiti e magari anche un po’ schifati dall’abitudine di Mediaset di trattare i propri spettatori come dei deficienti, affibbiando ai propri prodotti dei sottotitoli che ricordano saghe horror e action degli anni ’80 e ’90?

Quello “scontro finale” riprende (consapevolmente?) il mitico Aliens di James Cameron, mentre l’ “ultimo atto” – non vuole essere un’associazione maliziosa – riporta alla mente Mussolini: ultimo atto, il film di Carlo Lizzani dedicato agli ultimi giorni del dittatore fascista.

Lo scopo dichiarato del reportage in onda domani sera sarebbe quello di riepilogare e rendere più comprensibile al pubblico l’iter giudiziario del processo che potrebbe costare la carriera politica a Berlusconi (già seriamente compromessa dopo che la Consulta ha respinto il legittimo impedimento chiesto dai legali del leader del PdL), ma l’obiettivo implicito, per quanto utopico e francamente velleitario, sarebbe quello del proselitismo politico.

Peccato che, ancora e per l’ennesima volta, non si tratti altro che di predicazione ai convertiti…