John Travolta, l’incubo Scientology e la mia piccola, strana esperienza nella setta

Leggo sui giornali del dramma di John Travolta, che non riesce a darsi pace per la perdita del figlio di sedici anni. Si dice sia terribile sopravvivere ai propri figli, ma nel caso della star hollywoodiana con tutta probabilità la sofferenza è acuita da quel terribile sentimento che si chiama senso di colpa e rimpianto.

Il figlio di John infatti era affetto da una forma di autismo e soffriva di crisi di epilessia. Per questo motivo gli erano stati prescritti dei farmaci anticonvulsivi che il padre, adepto di Scientology, aveva deciso di non somministrargli, seguendo le indicazioni della sedicente chiesa a cui appartiene, contraria a qualsiasi impiego di psicofarmaci e convinta di poter curare il ragazzo attraverso saune e oli vegetali (terapia fantastica, per perdere peso forse).

Leggendo la notizia mi è tornata alla mente la mia piccola e a suo modo significativa esperienza con Scientology. Circa dieci anni fa, quando cominciavo a muovere i primi passi nel giornalismo scrivendo per un piccolo periodico locale, decisi di fare un servizio sulla comunità scientologa della mia città, Cagliari.

Mi recai dunque, con tanto di ampio preavviso, alla sede centrale della chiesa e subito "fiutai" un clima inquietante da organizzazione segreta: nessuno mi guardava, nessuno voleva parlare e tutti mi scrutavano come se fossi stato una spia del Kgb nel quartier generale della Cia durante gli anni della guerra fredda.

Pretesi di sapere chi diamine potessi intervistare e mi fu spiegato che nessuno di loro poteva parlare, l'unico autorizzato a rilasciare dichiarazioni era il responsabile regionale, nientemeno. Come livello di democrazia non c'era male!

Contattai questo tipo, il responsabile della chiesa in Sardegna, il quale mi disse che avrebbe risposto alle mie domande solo per iscritto e dopo che gliele avessi inviate via fax. Insomma, di incontrarci direttamente non se ne parlava proprio: per la serie, fidati del prossimo tuo…

Qualche giorno dopo suona alla mia porta una ragazzina stracarica di libri e opuscoli su Scientology, tra cui un volume di notevole pregio in carta patinata e ricco di foto a colori: gentile omaggio della chiesa nei miei confronti. Ringrazio, saluto e poi mi chiedo: ma quando ho dato il mio indirizzo di casa?

Dopo qualche settimana e molte sollecitazioni, finalmente il gran stregone, o come diavolo si chiama, mi spedisce via fax le agognate risposte. Appena le leggo mi faccio della crasse risate: mai visto un italiano tanto sgangherato e sgrammaticato: il santone conoscerà anche i segreti dell'universo e sarà depositario di non so quali verità ma farebbe bene a tornare di corsa alle elementari.

Alla fine scrivo quello che ho raccattato in giro (ma l'articolo non uscirà mai): nella chiesa – anche se tecnicamente si tratta con tutta evidenza di una setta – qualsiasi cosa è a pagamento, soprattutto le fondamentali sedute di auditing, rito a metà tra la confessione e la seduta psicanalitica. In parole povere più paghi, più "evolvi" e più puoi salire i gradini dell'organizzazione, in questa strana chiesa dove i fedeli – lungi dall'essere tutti uguali – sono inquadrati in una rigidissima gerarchia.

Arrivato al grado più alto della struttura, o come dicono loro raggiunto il livello di "Ot VIII", dopo aver speso almeno 250.000 dollari (fonte Wikipedia), ti svelano finalmente il grande segreto sull'umanità che la setta custodisce da anni: una storiella da fantascienza degli anni 50 su un cattivissimo tiranno alieno che avrebbe privato gli uomini dei loro poteri originari ben 75 milioni di anni fa, o una roba del genere.

Allora come oggi mi chiedo: chissà se il fondatore della setta, Il signor Ron Hubbard – scrittore fallito che ha fatto i soldi inventandosi questo strano culto – ha mai conosciuto la nostra Wanna Marchi. Giurerei di sì.

P.S. Per maggiori informazioni: Wikipedia e Allarme Scientology.

(Nella foto in alto: John Travolta con il figlio scomparso. A lato: l'ineffabile Tom Cruise, potentissimo membro di Scientology).

Scritto da Style24.it Unit

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