In Italia se sei donna più fai carriera e meno guadagni

Olga Luce

Olga Luce, nata a Napoli nel 1982, è diplomata al liceo classico. Scrive di cronaca, costume e spettacolo dal 2014. Il suo motto è: il gossip è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo (quindi tanto vale farlo bene)! Ha collaborato con Donnaglamour, Notizie.it e DiLei. Oggi scrive per Donnemagazine.it

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La carriera delle donne non migliora la loro situazione economica in rapporto ai maschi che ricoprono lo stesso ruolo.

E’ quanto è emerso da una recente raccolta di dati statistici sul gender pay gap ovvero sulla differenza di trattamento economico tra uomini e donne.

Le donne sono restie a parlare di aumenti perché nella maggior parte dei casi credono di non meritarlo e la situazione salariale in Italia rimane una delle più svantaggiose d’Europa per il gentil sesso.

Più fai carriera meno guadagni

La parità di trattamento sembra ormai un diritto acclarato delle donne italiane in moltissimi ambiti, ma quello economico fa ancora eccezione anche se si sta registrando un lieve miglioramento nelle mansioni poco prestigiose e meno qualificate.

Nella prima metà del 2017 infatti operai e operaie hanno visto ridurre la loro differenza salariale: a parità di inquadramento le donne percepiscono l’8,1% in meno rispetto ai propri colleghi maschi. Tradotto in moneta sonante vuol dire che in media ogni operaio donna percepisce un salario annuo inferiore di circa 2.000 Euro rispetto al salario di un operaio maschio che svolga le stesse mansioni.

Sarebbe naturale pensare che le donne che svolgano lavori per cui sono necessarie maggiori qualifiche vengano pagate meglio, ma non è esattamente così.

Certo, gli stipendi sono più alti ma il gender pay gap aumenta. Significa che un impiegato guadagna quasi 4.000 Euro in più rispetto alla sua collega di scrivania che svolge gli stessi compiti, è oberata delle stesse responsabilità e gode di una pari anzianità all’interno dell’azienda.

Donne in carriera: le dirigenti

Purtroppo la situazione per le donne lavoratrici rimane svantaggiosa anche ai vertici di un’azienda. Anzi, per quanto possa sembrare paradossale, le donne che svolgono mansioni dirigenziali sono più svantaggiate rispetto alle operaie.

Le dirigenti d’azienda o comunque le donne che ricoprono incarichi di grande responsabilità all’interno di una struttura produttiva percepiscono uno stipendio inferiore a quello degli uomini dell’11,8%. In media questo divario vede lo stipendio degli uomini più alto di almeno 14.000 Euro l’anno.

C’è da considerare anche un dato ulteriore, che getta una luce inquietante anche sulla necessità di formazione universitaria. Il conseguimento di una laurea diminuisce la differenza salariale di diversi punti.

Dal momento che chi ricopre un ruolo dirigenziale nella maggior parte dei casi è in possesso di un titolo di laurea, ne deriva che la differenza di stipendio tra un dirigente maschio e una dirigente femmina dovrebbe essere ancora più alta ma è “ammortizzata” dal fatto che le donne in posizioni di responsabilità sono laureate.

Le donne non combattono per lo stipendio

Tutte coloro che hanno avuto nella vita delle esperienze di lavoro dipendente si saranno trovate nell’imbarazzante situazione di dover parlare di salario in sede di colloquio.

L’imbarazzo in cui si trovano le donne nel momento in cui devono far valere le proprie capacità è completamente estraneo al mondo maschile. Oltre a partire più avvantaggiati a livello economico, i maschi sono molto più bravi a parlare di denaro e, quindi, a ottenere trattamenti economici migliori.

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