In lode della Iena Pif

Condividi

Chi guarda Le Iene solitamente ha una "Iena" preferita.

Aldo Grasso, ad esempio, ha recentemente tessuto le lodi di Enrico Lucci; altri potrebbero citare Alessandro Sortino, Giulio Golia o Sabrina Nobile. Io oggi – dopo aver criticato pesantemente il programma per il servizio pubblicitario di Luigi Pelazza (e dopo aver ospitato sul blog la neo-Iena Simona Piccinetti) – vorrei parlarvi di Piefrancesco Diliberto, in arte Pif.
Palermitano, con una grande passione per il cinema (diplomato a Londra in Media Practice), possiede un talento invidiabile che riesce ad esprimere in ogni servizio.

Quel suo atteggiamento a metà tra il dissacrante ed il timido, quella sua faccia tosta in grado di cambiare espressione trasformandosi in fanciullesco sguardo, quel suo genuino senso dell'autoironia, ne fanno una delle Iene di punta. Quando gli si affida un servizio, su temi frivoli o importanti, riesce sempre a creare un momento di "teatralità televisiva".
Poi c'è la mimica, un concentrato di atteggiamenti studiati a tavolino e di espressioni inventate al momento; già, perchè in ogni occasione Pif sembra sempre avere una risposta, gestuale o vocale, che non lascia spazio all'interlocutore.

L'attenzione del telespettatore è sempre a metà tra colui che sta parlando con Pif e la iena stessa: in ogni servizio è lui ad essere protagonista, mentre l'intervistato – o il soggetto/oggetto del servizio – sembra essere quasi un accessorio da manovrare a proprio piacimento.
Il suo fingersi tonto induce immediatamente l'interlocutore a porsi in una posizione di superiorità, ma in realtà quest'ultimo partecipa solo ad un gioco delle parti che è stato il solo Pif a decidere.


La sua voce ha un timbro che diverte, la sua fisicità è ben sfruttata, la capacità di rimanere serio anche in situazioni divertenti (pensate alle sue iniziali interviste interrotte) lo rende personaggio utilizzabile nei più svariati ambiti.
Pif è una "Iena teatrale".