Ormai per fare cinema in Italia non c’è più bisogno di una sceneggiatura.
O di un’idea..
Si può raschiare il fondo del barile e proporre l’ennesimo adattamento de Il principe e il povero incrociato con il Pigmalione e il Cyrano de Bergerac?
Si può, ovviamente, e la commedia italiana, nella persona di Alessandro Siani, non prova alcuna vergogna nello scopiazzare lo scopiazzabile infarcendolo di battute tratte dal solito contrasto tra la napoletanità più becera e stereotipata e la raffinatezza di un assurdo ambiente aristocratico.
Il principe abusivo, infatti, è il titolo della commedia del comico partenopeo che poggia ancora su basi che, almeno stando a quanto si vede nel resto del mondo, paiono essere state superate da svariati decenni. Ad accompagnare il riccioluto interprete in questo viaggio nell’ennesimo tentativo di commedia popolare (o popolana?) troviamo la raffinata Sarah Felberbaum (la principessa, e chi altri?) Christian De Sica (il ciambellano di corte), Serena Autieri (la fruttivendola) e Marco Messeri (il monarca).
La trama è presto detta. Letizia è una principessa di un ipotetico regno italiano, (del tipo di quello delle commedie di Lubitsch o dell’epoca dei telefoni bianchi) che cerca di essere all’altezza delle sue progenitrici nel campo della popolarità. Per fare ciò, sotto consiglio dell’arguto consigliere Anastasio, decide di imbarcarsi in una finta relazione con un esponente particolarmente gretto della gioventù napoletana, Antonio.
Povero in canna, dedito agli espedienti più ingegnosi, verace e ignorantissimo, costui si innamora presto della principessa e per far ciò chiede aiuto ad Anastasio, che avrà il compito di istruirlo e renderlo un pretendente presentabile.
La situazione però si rovescerà quando quest’ultimo si invaghirà fatalmente della cugina di Antonio, Jessica, altrettanto sguaiata e rozza. Il processo di civilizzazione sarà inverso, ma i frutti dell’amore saranno forse i medesimi…
Al di là di qualsiasi pregiudizio verso la pellicola, ciò che colpisce è la coincidenza che ha visto il film di Natale Colpi di fulmine proporre un episodio su due la cui trama era molto simile.
Gli sceneggiatori italiani, o presunti tali, li leggono i giornali? Sanno che esiste un mondo reale al di fuori dei film?