Il Milionario, TeleMike, Isaac Asimov e il concetto d’intelligenza

[Questo Š un argomento che ho affrontato anni fa in un altro contesto, ma pu• essere interessante riproporlo qui]

COS’E’ L’INTELLIGENZA? Qualche settimana fa, come tutti saprete, una signora ha vinto il milione di euro al Milionario di Gerry Scotti. La signora, secondo voi, Š intelligente o no?

Isaac Asimov avrebbe probabilmente risposto raccontandoci l’aneddoto del meccanico.

Conoscevo un meccanico, una volta, che nei test d’intelligenza non riusciva a superare l’80 (Asimov otteneva 160, N.d.P). Ho sempre saputo di essere molto pi— “intelligente” di lui. Tuttavia, quando qualcosa andava male con la mia macchina, mi rivolgevo a lui, lo guardavo ansiosamente mentre analizzava l’auto nelle sue parti vitali e ascoltava la sua voce come fosse un oracolo divino – e riusciva sempre ad aggiustare la mia auto. Supponiamo che il mio meccanico realizzi le domande per un test d’intelligenza. O supponiamo che lo faccia un carpentiere, o un fattore o, quasi chiunque tranne un professore. Da uno di questi test, io risulterei un cretino, e sarei considerato cretino. Se non potessi utilizzare le mie conoscenze scolastiche e il mio talento verbale, ma dovessi realizzare qualcosa di complicato con le mie mani, otterrei dei pessimi risultati. Dunque la mia intelligenza non Š assoluta, ma qualcosa di funzionale alla societ… nella quale io vivo e dipende dal fatto che una piccola sezione di questa societ… Š riuscita a imporsi sul resto.

Per Asimov, dunque, l’intelligenza non va misurata tramite il semplice QI e test affini: i risultati di queste ‘prove’ risultano pericolosamente parziali ed in larga parte non corretti, dal momento che si basano pi— sulla nozionistica che sull’effettivo potenziale intellettivo.

I concorrenti che partecipano a quiz televisivi come TeleMike (ve lo ricordate?) sono molto competenti su un determinato argomento, ma sono deficitari in molti altri. Sono quindi persone intelligenti, oppure no?

Altro esempio. C’era una ragazza che frequentava la mia stessa classe a scuola, anni orsono. Ebbene, questa signorina passava praticamente tutto il santo giorno china sui libri: non usciva mai, si fermava solo per cenare, non aveva amici, nŠ hobby, nŠ vita sociale al di fuori dell’ambito scolastico. Non faceva altro che ripassare gli appunti dei professori, ripetere le lezioni, e ripassare di nuovo. Certo, era culturalmente preparata, in quanto il suo bagaglio di nozioni era straordinario rispetto alla media. Il problema Š che poi non sapeva applicare queste conoscenze alla vita reale, non rielaborava personalmente ci• che aveva appreso, e quando il professore chiedeva “PerchŠ?“, la ragazza non sapeva cosa diavolo rispondere, e faceva scena muta.

Tornando ad Asimov, la sua ultima frase Š secondo me illuminante: “la mia intelligenza non Š assoluta, ma qualcosa di funzionale alla societ… nella quale io vivo e dipende dal fatto che una piccola sezione di questa societ… Š riuscita a imporsi sul resto“.

Consideriamo una persona intelligente a seconda dell’ambiente in cui si vive, del modello di societ… vigente e del tipo di convenzioni stabilite per relazionarsi con la realt…. In un gruppo di fanatici discotecari, ad esempio, il NON uscire il sabato sera pu• venir considerato un atto enormemente sciocco. La cosa, vista da una differente prospettiva, pu• far sorridere, ma si pu• davvero prescindere dalle frecciate del “branco” verso coloro i quali non partecipano agli atavici riti del gruppo, o che non seguono la massa, ovvero l’idea comune di ‘normalit…‘ (altro tema estremamente complesso per via della sua palese relativit…)? Sono pi— intelligenti quelli che in discoteca ci vanno, oppure chi non ci mette piede? Mi rendo conto che il discorso pu• sembrare singolare, forse senza senso, eppure Š anche da queste sciocchezze che dipende, ad esempio, la vita di un teenager, poich‚ in quel contesto chi va a ballare (e a sballarsi) Š cool, chi non ci va Š scemo (meno intelligente, quindi).

Scritto da Style24.it Unit

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