Il Maresciallo Rocca è figlio del Tenente Sheridan?

"…non ha il cazzotto di Lemmy Caution, né lo slancio dialettico di Perry Mason; non ha lo spirito di osservazione e le straordinarie facoltà deduttive di Hercule Poirot e non ha neppure la consumata esperienza del Commissario Maigret. È un essere umano scrupoloso e sensibile, ma con le passioni e  difetti della maggior parte dei suoi simili. E questo è ciò che lo rende credibile".

La descrizione sembra tagliata su misura per il Maresciallo Rocca, il personaggio ideato da Laura Toscano che il bravissimo Gigi Proietti riporta sul piccolo schermo il 3 e 4 marzo.

E' invece tratta da un articolo del 17 gennaio 1960 de L'Espresso, e si riferisce al Tenente Sheridan impersonato da Ubaldo Lay, protagonista di un fortunato sceneggiato (si chiamavano così allora le fictiontv) trasmesso dalla Rai in quegli anni.

"Il Maresciallo Rocca -spiega Proietti a Tg Com- piace perchè non è un detective perfetto, bensì un uomo con le sue debolezze e le sue contraddizioni".

Se l'umanità lo accomuna a Sheridan, ed al tenente Colombo ,di cui Proietti è un appassionato fan, la relazione con l'ambiente in cui agisce differenzia il carabiniere di Rai Uno di oggi dal suo lontano antenato virtuale.

Rocca è infatti immerso nella realtà italiana di oggi, alle prese con i problemi dei figli e della moglie.

Sheridan operava in un clima americano un pò irreale, popolato da attori italiani con facce vagamente anglosassoni.

La storia del Tenente Sheridan, i pregi che ne hanno decretato un successo formidabile per tutti gli anni '60, le accuse di lontananza dalla realtà, il confronto con gli altri detective tv, da Colombo alla Signora in Giallo, sono raccontati in un servizio di Gabriele Policardo su VivaVerdi, magazine degli autori e degli editori della Siae che si può leggere on line. 

Splendido articolo, da cui manca solo un accenno ad un protagonista del Giallo. Un altro Maresciallo, creato da Mario Soldati ne I racconti del Maresciallo, e interpretato in tv negli anni '70 da Turi Ferro, e negli '80 da Arnoldo Foà. E' lui che ,nella scala evolutiva del giallo italiano, rappresenta l'erede "umano" di Sheridan e l'anello di congiunzione tra l'indagine perfetta del "nobile" detective privato della letteratura e quella da comune "servitore dello Stato" di Rocca and C…(l'articolo inizia a pagina 58 di questo Pdf)

Scritto da Style24.it Unit

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