Il futuro della Tv siamo noi (ma Michele Santoro non vuole)

Qual'è il futuro della Tv?

Il regista Andrea Soldani spiega con una felice metafora "stradale" la natura interattiva della post tv, che offre a tutti la possibilità di inserirsi nel flusso dell'emittenza e di lasciare il proprio segno.

Così come avviene già nel Web 2.0 inaugurato dai blog.

Breve riflessione a margine.

Se l'opportunità di modificare il messaggio interagendo con esso e con quanti lo costruiscono è in fondo il vantaggio che ci offre la post tv rispetto al modello broadcasting unidirezionale della tv generalista, in cui uno parla (e manipola come gli pare a lui) e milioni di pecore ascoltano senza diritto di replica, sarebbe interessante vigilare sulla corretta applicazione dell'interattività on line.

Perchè dunque non creare un database che segnali i manipolatori dell'interazione?

Uno strumento che denunci tutti coloro che vorrebbero riciclare lo schema unidirezionale della tv nel Web, alienando agli internauti l'unico diritto che posseggono: quello di far sentire la loro voce.

In termini pratici, si potrebbe dar vita ad un semplice archivio che indichi tutti gli spazi in rete in cui i contributi degli utenti sono censurati, filtrati in modo improprio, pubblicati dopo parecchi giorni (che interattività è se non avviene in tempo reale?)…

Penso ad alcuni siti di programmi Rai e Mediaset, come quello di Michele Santoro, che dopo aver ricevuto critiche negative (che sfacciati 'sti bamboccioni!) ha congelato i commenti, comunicando con una formula volpina che sta "lavorando per migliorare l'interattività".

Abituato a pianificare tutto, Santoro-Hichcock evidentemente non contempla l'imprevedibilità dei sistemi democratici!

Il database dell'"interattività negata" sarebbe un bell'esercizio per capire in modo concreto fino a che punto la post tv si distingue dalla tv tradizionale, fino a che punto la sua diversità è solo pura retorica.

E, inoltre, quali sono davvero le forme di partecipazione vera e di dialogo costruttivo.

Perchè non basta aprire un forum, un blog per fare Web 2.0: la democrazia prevede anche che si ricordi a tanti ragazzini presuntuosi che si autopromuovono opinionisti che, come direbbe Alberto Sordi, "Umberto Eco è Umberto Eco e voi non siete un cazzo".

Perchè Eco ha pure studiato, mentre tanti internauti hanno letto solo i loro post…

Conciliare il pluralismo della post tv e del Web 2.0 con la necessaria meritocrazia, è una quadratura del cerchio interattivo a cui si deve pur ambire.
Il video è tratto da Salva con nome, le parole chiave dell'innovazione , un format didattico di Rai News 24 in cui in ogni puntata un esperto esamina una parola o un concetto legato ai new media, contribuendo a creare un glossario ragionato della rivoluzione digitale.

Scritto da Style24.it Unit

Lascia un commento

Leggi anche
Contentsads.com