Harry Potter e L’Ordine della Fenice: incassi alle stelle

Harry Potter e L'Ordine della Fenice sta sbancando i botteghini. Milioni di dollari a palate, migliaia di persone a vedere la nuova avventura del maghetto, merchandising alle stelle, bambini impazziti che girano per le strade con la bacchetta tra le mani.
Harry Potter è questo e molto più, visto che non è ancora passata la febbre per il film e già tutti sono in attesa del settimo libro della Rowling.

Parlando dell'Italia i risultati sono da capogiro: manna dal cielo per il botteghino italiano. In 5 giorni di programmazione – e' uscito mercoledi' scorso – 'L'Ordine della Fenice' ha incassato quasi otto milioni di euro, scalzando dal podio i robot di 'Tranformers'.

Grazie alla magia di Potter, il box office italiano ha raddoppiato gli incassi rispetto il weekend precedente. L'altra new entry nella top ten e' 'Quattro amici e un matrimonio', in settima posizione. Restano saldi in top ten, 'I Fantastici quattro e Silver Surfer', 'Ocean's thirteen' e 'I pirati dei Caraibi', rispettivamente in classifica da cinque, sei e otto settimane.

Intanto, proprio per parlare della febbre Potteriana, riprendiamo questo post di Cultura che si occupa del fenomeno Harry Potter e soprattutto del settimo libro.

I commenti arrivati dalle anteprima de l'Ordine della Fenice non hanno entusiasmato, anzi. In proposito Palantir ha commentato: 
Grazie delle notizie. Condivido la "difesa" dell'Ordine della Fenice. L'episodio è il più oscuro, sia per le necessità della trama, come viene spiegato bene nel post principale, sia per la costruzione del carattere di Harry. Si tratta, per così dire, della "discesa all'inferno", del momento più cupo.
Penso anch'io che sia necessario un sacrificio: ma perché proprio di Harry? Perché non di un altro personaggio importante? E chi ci dice che il sacrificio non sia già avvenuto?

Il dibattito sulla fine di Harry Potter non si fermerà finché il settimo libro, in uscita in Inghilterra il 21 luglio, non sarà stato sfogliato. Per l'Italia si prospettano tempi lunghi: la casa editrice Salani che ha tradotto Harry Potter fin dal primo libro riceverà una copia di Harry Potter and the Deathly Hallows solo il 21 luglio e potrà tradurlo solo a partire da quella data.

Una prospettiva sconfortante per i lettori italiani, per non parlare del pericolo spoiler: chi potrà leggere i libro in inglese fin da quest'estate certo non risparmierà le anticipazioni ed è facile prevedere che dal 21 luglio Harry Potter and the Deathly Hallows sarà di dominio pubblico, in barba alle traduzioni ufficiali.

Chi morirà? La blgosfera spera che non si tratti di Harry. Scoprite come far sentire la vostra voce su Fantasy

Ferruccio Gattuso, curatore di Attenti al Cine, ha una sua opinione in proposito:

È lì, sull’orlo del burrone. La sua corsa è finita, non ha più dove scappare. Basta una piccola spintarella e il mondo sarà libero della più estenuante, manieristica, ripetitiva, noiosissima saga della storia della letteratura. Tanto più che la fine di questa comporterà – regalo nel regalo – la fine delle avventure su grande schermo (oggi esce in tutte le sale italiane l’ultimo episodio, Harry Potter e l’Ordine della Fenice, ndr). Finalmente liberi dal secchione con la bacchetta magica.  

Ma sono molti a volere la morte di Harry Potter, per ragioni diverse. Parere eccellente quello di Damon Lindelof, creatore del fenomeno mediatico LOST. Il NewYork Times ha ripostato una sua lunga dichiarazione in cui il produttore spiega che gli americani hanno bisogno di cose che chiudano il cerchio. E per "cose" intendo un sacco di morti. E per chiudere il cerchio mi riferisco a tutta una serie di modi strazianti che contengonon parecchie esplosioni gratuite.
Harry Potter deve morire.

Parole capitali, ma dette da un produttore che da anni lascia i suoi spettatori con il fiato sospeso: LOST è ben lontano dal suo epilogo e c'é da aspettarsi che proseguirà, una stagione dopo l'altra, senza mai dare risposte definitive.

Intanto la scrittrice dalle pagine d'oro J.K. Rowling tenta il colpo grosso: mai dire mai ha fatto sapere la sua portavoce – La signora Rowling non sta dicendo che sicuramente scriverà un altro libro della serie e non sta dicendo sicuramente che non lo scriverà. Con un pubblico così affezionato, editorialmente parlando, interrompere la serie è un suicidio: a morire non sarebbe Harry ma il business, e noi non vogliamo che sia così, vero?

Salviamo il Potter-business!

Scritto da Style24.it Unit

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