Halle Berry, ma che nome hai dato a tua figlia? Nahla Arielala?

di Ferruccio Gattuso

Se il dna non mente, è molto probabile che la neonata figlia di Halle Berry (bellissima) e del suo compagno Gabriel Aubry (nemmeno lui, di certo, un mostro) sarà un gran pezzo di futura ragazza. Un bel vantaggio, dunque, lo avrà ricevuto già al momento del concepimento. Ci sarebbe, poi, quello della stabilità economica, che definiamo invidiabile, utilizzando un eufemismo. Morale: di certo, la nuova arrivata a casa Berry-Aubry non morirà di fame e non sarà gemella della Pina Fantozzi.

Ma a Mamma Halle, evidentemente, questo non bastava. E per confezionarle un’esistenza veramente “speciale” (…) le appioppa un nome “esotico”: Nahla Arielala. Nahlia si aggiunge al folto numero di figli di cosiddetti “Vip” beneficiati, si fa per dire, di nomi non comuni: tutti ricorderanno Suri Cruise, figlia del fulminatissimo Tom scientologizzante, il cui nome significa “principessa” in antico ebraico (ma c’è anche chi dice che, in persiano, la stessa parola significhi “rosa rossa”).

Di meglio hanno fatto Angelina Jolie e Brad Pitt, che hanno pasticciato consonanti e vocali per partorire Shiloh Nouvel: anche in questo caso c’entra l’ebraismo: “shiloh” significa “dono” ma anche – reggetevi forte – “colui (colei, in questo caso) che è stato mandato”. Ammettiamolo, siamo al delirio: già che c’erano, potevano chiamarla Gesù o Buddah. Il bello è che tutti questi “Vip” non sembrano darci l’aria di appassionati studiosi di testi antichi ritrovati nelle sabbie dei deserti mediorientali. Li si ritrova più ai party che nelle biblioteche…

Proseguiamo con la figlia di Gwyneth Paltrow e del leader dei Coldplay Chris Martin. La piccola risponde al nome di Apple, cioè Mela. Nemmeno il megapresidentissimo della McIntosh farebbe una cosa del genere, ma evidentemente le due star coniugate avranno trovato insopportabile che, in famiglia, già ci fosse un banalissimo “Chris” che, per l’amor del cielo!, viene da “Christian” cioè cristiano, una parola troppo comune e appartenente alla nostra cultura occidentale. Non sia mai. Il secondogenito della coppia cine-musicale si chiama invece Moses, tanto per volare basso: il nome del patriarca ebreo che ha scritto i Dieci Comandamenti su ordine diretto di Dio. Se poi il buon Moses Paltrow-Martin finirà a fare, che so, la comparsa in una sit-com, chi gli paga lo psicanalista per reggere il peso del nome da condottiero? Fossimo in lui, pretenderemmo l’esborso da mamma e papà.

Di Maria Lourdes figlia della popstar Madonna tutti sanno: Luisa Ciccone, dopo una vita di sobrietà, rispetto dei simboli religiosi e dei dettami “mariani” ha pensato bene di chiamare così la graziosa, e ormai quasi adolescente, pargola. Brooklyn figlio della ex Spice Girl Victoria Adams e del calciatore dalle unghie laccate e dai cross sempre più imprecisi David Beckham potrà sempre dire a sé stesso di chiamarsi come un quartiere di New York o come la marca di un celebre chewing-gum. Tallulah Belle figlia di Bruce Willis e Demi Moore magari si firmerà in note musicali e non in lettere.

Infine, non diciamo che sono solo i divi americani a giocare coi nomi nel disperato (e provincialissimo) tentativo di acquistarsi all’anagrafe una “specialità” che solo il talento e le scelte di vita possono darti. In Italia, il regista Gabriele Muccino ha chiamato suo figlio, Ilan (Libertà in lingua kiswahili, mica pizza e fichi), mentre Monica Bellucci ha optato per Deva (“divina” in sanscrito). Come si può vedere, tutte scelte dal vago sapore “esotico” o “colto”.

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Scritto da Style24.it Unit

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