Guida per autori tv: a che servono pubblico in studio e risate finte?

Pubblico in studio e risate registrate sono funzionali alla messa in onda di alcuni programmi televisivi.

Il primo è un "collaboratore" scenico formato da una comunità umana reale che ha il compito di rispecchiare e stimolare all'emulazione quella "virtuale" sparsa nelle case, il cosiddetto "pubblico televisivo".

La laff box, ovvero la risata finta "in scatola" inventata in Usa negli anni '50 da Charlie Douglass, è invece un surrogato simbolico della platea reale che ne riproduce una tipica reazione di consenso allo Show.

Anche in questo caso, la sua mansione è di spronare l'audience e di suscitare l'imitazione del pubblico.

Natura e funzioni di questi elementi dello Spettacolo televisivo sono spiegati da due esperti in due distinti saggi, che ho inserito nella Guida per autori di Tv e Media (clicca qui per scaricarli, nella sezione Documenti).

"Questa presenza (del pubblico in studio, ndr)- scrive Renata Guizzetti su Golemindispensabile- ha la funzione di trasformare il pubblico a casa in pubblico in studio incoraggiando un'attività silenziosa e quasi inconscia di proiezione e identificazione. La scelta di rappresentare il pubblico a casa attraverso il pubblico in studio è infatti un passaggio intermedio grazie al quale gli autori di un programma assolvono al compito di istruire (anche emotivamente) chi sta a casa sulle sensazioni e sulle reazioni che deve avere e provare rispetto a ciò che accade in studio ".

Prosegue idealmente il discorso il semiologo Giampaolo Proni, parlando di risate registrate.

"La TV ha cercato di ovviare alla separazione dal suo spettatore e degli spettatori tra loro, dapprima trasmettendo spettacoli teatrali veri e propri, con pubblici che reagivano autenticamente ad attori che recitavano autenticamente…Sit com, striscie e altre tipologie non consentono la presenza di un vero pubblico…Qui si pone l'invenzione della ‘laff box', cioè la messa in onda, in corrispondenza di una battuta o di una gag, di risate registrate…"

"Sarebbe come se un insegnante, durante la propria lezione, inserisse di tanto in tanto la registrazione di uno studente che esclama ‘Ho capito!' ‘Sì, è chiaro!' ‘Ah, proprio interessante!'. C'è da chiedersi ‘Ma può l'effetto sostituire la causa?' Se una battuta non fa ridere, sentendo ridere, riderò?"

Scritto da Style24.it Unit

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