Grey’s anatomy, ovvero quanto è bello e quanto è figo fare i dottori negli States

Grey's Anatomy è una delle serie televisive americane di maggiore successo degli ultimi anni, in Usa, Italia (dove è trasmessa attualmente da Fox life, ma tornerà presto anche in chiaro su Italia uno) e un po' ovunque nel mondo, chissà perché. Medical drama un po' sui generis, qualcuno ha parlato – forse non a torto – di una specie di Sex and the city di ambientazione ospedaliera, visto che i protagonisti della serie sono specializzandi in chirurgia che sembrano usciti da una rivista di moda e che passano il tempo a flirtare con altri medici.

C'è poi da dire che la protagonista, l'egocentrica e complessata Meredith Grey (Ellen Pompeo) che per cinque lunghe stagioni ci ha triturato i maroni con infinite elucubrazioni sulla sua storia con il dottor Shepherd (il primario di neurochirurgia più improbabile del mondo, interpretato da Patrick Dempsey), risulta sorprendentemente antipatica e l'amica, l'arrivista Cristina Yang (Sandra Oh) che sgozzerebbe la madre pur di poter fare carriera, riesce persino a batterla. Infine vogliamo parlare dell'amico di Shepherd, il cosiddetto dottor bollore (Eric Dane)? Dovrebbe essere un chirurgo plastico ma al massimo può passare per attore porno!

Tra l'altro viene il sospetto che la mia antipatia per le giovani protagoniste sia condivisa dagli autori, visto che a più riprese hanno tentato di farle fuori entrambe: Meredith ha rischiato di saltare in aria a causa di un ordigno inesploso ed è stata a un passo dall'affogare in mare, Cristina ha superato un aborto pericoloso e ultimamente è stata trafitta da una specie di stalattite di ghiaccio caduta dal tetto dell'ingresso dell'ospedale. Come vedete, tutta roba molto credibile.

Comunque a parte questo il senso di tutta la serie sembra essere gridare al mondo quanto è bello e quanto è figo fare i dottori negli Stati Uniti d'America (beh, farlo in Afghanistan o in Iraq in effetti dovrebbe risultare meno cool). Anche se la vera sanità made in Usa è quella raccontata da Michael Moore in Sicko, dove gli ospedali non ti fanno neppure sedere in sala d'attesa se non entri mostrando un'assicurazione valida o una carta di credito, non quella spacciata da questa serie della Abc dove i dottori fighetti, tra un bacetto e l'altro, ti curano con la lacrimuccia agli occhi.

Scritto da Style24.it Unit

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