Grande Fratello reload: la “trans” Silvia ha reso speciale questa ottava edizione

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Ricorderete questo post su Silvia Burgio e sul Grande Fratello 8.

Bene, mi ha scritto una mail Simona, una donna che mi ha aiutato a ragionare su quanto avevo scritto (non ho cambiato idea, sia ben chiaro).

Non aggiungo commenti, vi invito solo a leggere la lettera di Simona (anche se lunga), che nella mail si firma – deliziosamente – "una normalissima trans che ha studiato, lavora, adora i musei e quando può va a teatro".

Dopo aver letto tutti i commenti ho pensato a tutti quelli che hanno cercato di capire.

Ed a tutti voi non posso che dire… GRAZIE, grazie di tutto cuore.

Personalmente non ho mai guardato il GF oppure gli altri reality. Silvia non l'ho mai vista, se non dalle foto pubblicate. O da uno spezzone casualmente trovato su youtube.

La sto vedendo attraverso i commenti che leggo su internet e che mi riportano gli amici. Dal momento che sono quasi come Silvia (ossia essendo io ancora una trans mentre lei è una donna) certi argomenti con me non vengono affrontati nello stesso modo con cui se ne parla tra "ignoranti" (dal latino ignoro: non conosco).

Con me viene applicato automaticamente un filtro che elimina gli aspetti spiacevoli o che potrebbero in qualche misura ferirmi.

Dal mio punto di vista trovo saggia l'opportunità offerta ad una persona "diversa", una transessuale che tale in realtà non è, di farsi apprezzare come persona. Questa ragazza sta dimostrando di avere la personalità, la capacità di far comprendere che la nostra realtà è costituita da molteplici sfaccettature, come tante sono le esperienze che la vita può riservare.


Lei, come è stato più volte sottolineato e mi pare abbia anche affermato, rappresenta solo se stessa. Non è la paladina di nulla e di nessuno. Ma l'essere se stessa è già una vittoria. Sua e nostra.
Silvia sta riuscendo a dimostrare di essere una BELLA persona. Questa è la cosa più importante. Indipendentemente che vinca o meno il Grande Fratello, credo che lei abbia già vinto.
Ha vinto la sfida con se stessa, si è "messa a nudo", cosa decisamente non facile specie per chi è riuscito ad integrarsi, a "passare" come viene detto in gergo…

e sta facendo conoscere il suo, il nostro lato migliore. Persone che si relazionano con gli altri, hanno normali sentimenti e tutte le altre qualità che rendono una persona… NORMALE.

Arrivare ad essere sicure di noi, essere accettate come persone e non considerate dei fenomeni da circo è però durissimo. Logorante. Devi essere forte dentro. Perché la nostra è una esperienza dolorosa, in cui la sofferenza ci ha accompagnate a lungo, ci accompagna spesso per tutta la vita.

Abbiamo impiegato molto tempo a capire noi stesse, a cercare disperatamente di farci accettare. Qualcuna ci riesce, molte no. La cultura aiuta l'integrazione, aiuta ad avere stima di sé a prescindere da tutto. L'autoironia di cui Silvia è particolarmente dotata è una nostra forza, un'arma che specie all'inizio ci permette di ‘immunizzarci' rispetto a ciò che pensano e dicono gli ‘altri'. Perchè se riesci a prenderti in giro, gli altri non ti possono ferire.

Poi, con il tempo, ti diverti pure, a prenderti in giro! Come tutte le persone che sono sicure di sé. E lei lo è.

Dovete capire che molte di quelle che finiscono sulla strada lo fanno perchè spinte dalla società, i costumi che ancora adesso permeano la nostra vita. Non si tratta di una scelta, ma spesso dell'unica opportunità di sopravvivenza offerta dalla società. Perchè troppo spesso il ragazzo che scopre di essere "diverso" è costretto a scappare di casa, fuggire da una famiglia che lo rifiuta, non lo sopporta e quindi lo priva di qualsiasi supporto.

Morale ma anche materiale. Non può studiare, non può erudirsi, non può vivere in una realtà dove è ormai richiesta la laurea per fare lo spazzino. E -spesso- quand'anche avesse le capacità, i titoli, i meriti per ottenere un normale impiego, nel momento in cui presentasse i documenti si vedrebbe respinta perché la nostra società rimane ancora sconcertata se vi è difformità tra quello che vede e quello che legge sui documenti.

Argomento, quest'ultimo, che mi spinge ad aprire un inciso. Un sentito "ringraziamento" a Bassanini ed al suo riordino che impedisce a quelle come noi di avere un nome consono a quello che siamo. Secondo la legge vigente, infatti, al massimo possiamo avere un nome ambiguo. Un riuscito esercizio per sottolineare la diversità. Complimenti per essere riuscito ad impedirci di chiamarci (sui documenti) per quello che sentiamo di essere. Per fortuna è ancora consentito cambiare il proprio nome dopo l'intervento con cui diventiamo donne fisicamente, anagraficamente e…

per il Fisco.

Tra parentesi, una operata è donna a tutti gli effetti, anche a livello di documenti. Non vi è più alcuna differenza rispetto a quelle che hanno avuto la fortuna di nascere ‘giuste'.

Sono in aumento ma ancora rare, purtroppo, le realtà lavorative dove la nostra condizione, evidenziata da documenti difformi rispetto all'aspetto esteriore, viene accettata e non costituisce condizione a prescindere per negare una opportunità. Una opportunità per dimostrare di essere persone capaci, competenti, all'altezza del compito per il quale ci si propone.

Per essere qualcosa di più che donne delle pulizie, badanti oppure -che sogno!- segretarie in uno studio dentistico.

A quelle che finiscono sulla strada e che costituiscono l'immagine più appariscente del fenomeno, si affiancano quelle che riescono a crearsi una vita normale di insegnante, libera professionista, avvocato, dottoressa, impiegata…

In Italia, purtroppo, si associa facilmente l'immagine della persona transessuale alla prostituzione, alla perversione. Ed è l'immagine che è sempre stata trasmessa dalla televisione e dalla carta stampata.

Perché la diversità fa notizia, fa audience, fa vendere. La normalità no.

Dovete però capire che sono una minoranza, quelle che si atteggiano e vivono in una certa maniera, come minoranza sono le ragazze che sognano di fare la velina (anche se in triste costante aumento).

La maggioranza silenziosa ha una vita normale.

Un lavoro, una vita sentimentale, una cena ogni tanto al ristorante con gli amici oppure il compagno, ogni tanto una puntata al cinema oppure a teatro per vedere Luttazzi che è ormai un paria della tv…

leggere libri, discutere -magari animatamente!- di politica, artisti e tutti gli altri argomenti di normale conversazione.

Fino ad ora, in televisione, era sempre stato mostrato il lato folkloristico, spesso il lato deviato, di questa realtà. Dalla drag queen che è finita in parlamento mostrando la pochezza della persona, alla animatrice della vita notturna bolognese protagonista di film hard, al clown che è riuscito a trovar lavoro come opinionista vestendosi in maniera orripilante ma molto scenografica.

Per tacere delle trasmissioni erotiche notturne o pseudo scandalistiche sulla prostituzione.

Anche mia madre, prima di trovarsi davanti… me, pensava che le transessuali fossero semplicemente dei pervertiti. Le facevano schifo. Ed io soffrivo in silenzio, al pensiero di ciò che lei, mia madre, pensava di ciò che io stavo per diventare.

Poi la conoscenza diretta le ha fatto aprire gli occhi su una realtà che in fondo è normale. Io, ad esempio, non mi ritengo "diversa": ho dei normali sentimenti, non ho perversioni (forse una: non mi piace la Nutella), adoro il cinema, gli animali, andar per musei, leggere qualsiasi cosa purché culturalmente stimolante.

Aiutare chi è più sfortunato di me quando posso.

Lo strumento mediatico per eccellenza, quello che ottenebra la mente ed indirizza il pensiero della massa, purtroppo, mancava del lato normale… quello della normale donna integrata nella società. Silvia è una normalissima ragazza, con un normale lavoro, normali sentimenti e normali passioni. Se poi è dotata di qualità artistiche, sa cantare, ballare… beh, non li vedo come punti di demerito. Non c'è niente di scandaloso nel divertirsi.

Non lo fa in un privé.

Eppure, guardando su internet, c'è stato il tentativo credo non riuscito di ricercare il lato scandalistico di Silvia spulciando la vita spensierata di questa ragazza alla ricerca di foto osé e sottolineando la sua attività di animatrice. Il tentativo disperato di farla rientrare nei ranghi dell'anormalità, della devianza. Ma deviato è probabilmente l'autore dell'articolo. Probabilmente un seguace di Lombroso.

Endemol e Silvia si stanno ovviamente sfruttando reciprocamente.

Lei, desiderosa probabilmente di una futura opportunità nello spettacolo, ed Endemol che ha approfittato dell'interesse che l'argomento inevitabilmente suscita per rivitalizzare una trasmissione forse ormai logora. Non essendo Silvia una transessuale ma una donna, il battage pubblicitario nel quale si parlava di "trans" serviva semplicemente ad attrarre l'attenzione con una parola di forte impatto. Una normalissima strategia di marketing. Non un modo per sottolineare una devianza, dubbio che Alfonso Signorini ha così ben stemperato con le sue parole.

Personalmente ringrazio gli autori che hanno affrontato il caso in maniera per nulla scandalistica o folkloristica. Sottolineando anzi il lato umano. Credevo molto molto peggio.

Ero infatti rimasta disgustata da Platinette. Dal suo modo volgare e squallido di provocare reazioni quando aveva parlato di una trans nel GF in corso. Vorrei capiste che Platinette è un uomo che si traveste per lavorare. Pensa, ragiona da uomo. Un uomo che sfrutta la situazione a suo vantaggio. Un opinionista che parla su qualsiasi argomento senza sapere nulla al riguardo ed emettendo un insieme di suoni che casualmente somigliano ad un discorso articolato (questa è ovviamente una valutazione personale partorita dalla collisione dei miei due neuroni). Provo raccapriccio al pensiero di quanti associano lui a noi… le nostre sono esperienze completamente diverse. No, per fortuna noi siamo diverse. Diverse nell'animo.

Invece gli autori del Grande Fratello stanno dimostrando una grande sensibilità. Per come hanno approcciato l'argomento per suscitare interesse e per il modo in cui lo stanno gestendo. Grazie.

Ed un sincero ringraziamento a Silvia per essere stata se stessa. Perché il suo modo di porsi aiuterà certamente molte ad essere guardate in maniera diversa rispetto a prima. Ad essere viste semplicemente come persone.

Grazie per aver mostrato quello che siamo, possiamo essere: donne normali.

Simona.