Grand Theft Auto 4: la bellezza della catarsi? Ragioniamoci…

Oggi parliamo di un videogame; è la prima volta – così, a memoria – che ne parlo qui sul blog. Premetto che non sono appassionato di videogiochi, l'unico che sono riuscito a finire, a 14 anni, è stato il primo Tomb Raider; ma solo perchè ero disperso in un paesino di montagna e quello era l'unico diversivo alle mie lunghe giornate di studio. La verità è che se avessi avuto a portata di mano un cubo di Rubik mi sarei impegnato a trovare la più rapida delle soluzioni: ovviamente senza riuscirci, diamolo per scontato. Anche perchè il cubo in effetti lo avevo lì con me impolverato e scolorito.

Parlo di videogiochi perchè mi sono reso conto che effettivamente sono un'industria ancor più potente di quella cinematografica: per intenderci il videogame Grand Theft Auto 4 ha venduto 70 milioni di copie. Ripeto, 70 milioni. Avete presente di che "incassi" stiamo parlando?

Grand Theft Auto 4 si è già tirato addosso tutte le critiche del mondo, soprattutto da parte dei genitori. Riassumo il gioco: guidi ubriaco, uccidi i passanti, spari sulla gggente, trombi con le prostitute, fai tutto ciò che è contro la legge. Il tutto è racchiuso in un gioco ben fatto, sia dal punto di vista della giocabilità che della grafica.

Echissenefrega direte voi? Bah,volevo ragionare su questa tipologia di videogame. Tutta questa violenza può avere su un ragazzo un effetto di catarsi? Ve lo chiedo perchè non ho risposta, questa non vuole essere una domanda retorica.

Ragiono pensando alla mia esperienza passata e presente. Quando ero piccolo e vedevo Tiger Man avevo sempre una gran voglia di provare qualche mossettina sui miei amici. Quindi catarsi un bel cazzo. Bene, le esperienze passate non mi vengono in aiuto. Passo allora alle esperienze presenti, che si presumono essere parte di una persona matura. Vabbè.

Allora… vediamo… adesso mentre guardo Tiger Man non mi viene voglia di menare nessuno (ma il fatto che guardo ancora il cartone animato potrebbe anche far cadere tutti quei bei discorsi sulla maturità?) però mi rendo conto – e qui siamo ad una grande ammissione – che molte delle cose che vivo hanno una strana influenza su di me. Una su tutte, ad esempio, la moto: una mia grande passione che ormai conoscete.

Vi assicuro che molti motociclisti, dopo aver visto un GP, ancor meglio se dal vivo, come è capitato domenica scorsa a me con la Superbike a Monza, prendendo la moto a pochi minuti dalla fine dell'evento si accorgono di avere il polso più pesante del solito. Adrenalina. Può essere un esempio calzante di influenza subita da una persona adulta? No, lo so, forse voi avete esempi migliori.

Ora ribaltiamo il tutto sul dodicenne rincoglionito che si spara 7 ore ininterrotte di Grand Theft Auto? Partendo dal presupposto che finzione e realtà nel suo cervello abitano tutte vicino allo stesso confine, quelle ore lo aiutano scaricarsi o a caricarsi? Scienziati, lettori, uomini della rete aiutatemi a capire.

Scritto da Style24.it Unit

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