Gli Equilibristi: recensione del film dal 14 settembre nelle sale

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Presentato al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti arriverà nei cinema italiani venerdì il film con un bravissimo Valerio Mastandrea.

Uscirà in 80 copie per Medusa questo venerdì Gli Equilibristi, pellicola diretta da Ivano de Matteo e presentata nella sezione Orizzonti al Festival di Venezia, dove ha riscosso grande successo.

Giulio, interpretato da un bravissimo Valerio Mastandrea, è impiegato al comune di Roma, marito e padre di un’adolescente e di un bimbo di nove anni. A causa del tradimento con una collega, la moglie Elena (Barbara Bobulova) non lo vuole più in casa e l’uomo per mantenere la famiglia e se stesso inizia a lavorare a nero di notte e ad accettare soldi in prestito.

Con uno stipendio di 1200 euro, un mutuo da pagare e le spese di routine per una famiglia, i conti non tornano e Giulio è costretto a vivere prima in una squallida pensione, poi a dormire in macchina e nutrirsi alla mensa dei poveri. Un iniziale pudore, che diverrà poco a poco vero e proprio disagio e scollamento dalla realtà, gli impedisce di raccontare a moglie e figli la sua condizione, e lo porta a un declino fisico e sociale lento e costante.

Con stile documentaristico e sulla base di un intreccio che non serba colpi di scena, ma racconta in modo lineare l’evolversi dei fatti (un storia di ordinario declino ai giorni nostri, che ascoltiamo quotidianamente, viviamo del tutto o in parte), De Matteo presta il suo sguardo “neutro” ad un dolore che ha nella contemporaneità sociale ed economica (è quel mostro reale chiamato “Crisi”) il suo afflato sordo.

Risultato: un film crudo, magistralmente interpretato da Valerio Mastandrea (“Mi serviva una faccia ironica e drammatica dato che il film, io lo considero, una commedia italiana drammaticamente amara.

Il film è lui, pieno di paradossi, nella prima parte si sorride delle situazioni assurde in cui si trova e, poi, si vira verso il dramma. E Valerio ha fatto un lavoro eccezionale!”, che non può lasciare indifferenti” – ha dichiarato il regista).

Quello che volevo raccontare era il fragile equilibrio che sta alla base di ogni esistenza, utilizzando il tradimento di lui e il conseguente divorzio come cause che fanno scatenare la perdita di questa ‘normalità’.

Una battuta del film fotografa perfettamente questa situazione: ‘il divorzio è per i ricchi, quelli come noi non se lo possono permettere’. Ed è la verità, esattamente la realtà in cui viviamo – ha dichiarato il regista – Ho fatto lunghi lavori di ricerca parlando con chi questa situazione la vive. Il cosiddetto ceto medio, non esiste, al giorno d’oggi ben 200.000 persone in Italia ‘sopravvivono’ in questa condizione“.

Da vedere.

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