“Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia”…
Uno degli approcci preferiti dal cinema americano nell’affrontare il genere della film biografico è quello di chiedersi “come sarà stato il Nostro prima di divenire il famoso personaggio che noi tutti conosciamo?”, infilando poi obbligatoriamente rimandi, strizzatine d’occhio, presagi, cause scatenati e allusioni più o meno freudiane ai capisaldi del successo della suddetta ipotetica celebrità.
Giovani ribelli – Kill Your Darlings sembra inserirsi in questa tendenza, appropriandosi però di una tematica, quella della nascita di un gruppo letterario, invero poco frequentata.
Al centro dell’attenzione dell’esordiente John Krokidas ci sono infatti la beat generation e i suoi maggiori esponenti: Allen Ginsberg, Jack Kerouac e William Burroughs.
Il trio è colto nel momento della loro conoscenza reciproca, ben prima della produzione di qualsivoglia materiale memorabile, come ricorda il regista-sceneggiatore stesso: “Non abbiamo voluto affrontare questo come un film biografico su tre grandi uomini ma con un approccio differente, ovvero la storia di questi da adolescenti – scomoda, perché cercano ancora di capire chi sono realmente.
Nel 1944 mentre Allen Ginsberg stava per compiere 18 anni, Burroughs diventava trentenne e, entrambi, non avevano ancora scritto una parola.”
Ma al centro del film c’è una figura bene definita, ovvero quella di Ginsberg, interpretato da un Daniel Radcliffe che sta disperatamente cercando di scrollarsi di dosso gli occhialini e la capigliatura di Harry Potter. L’attore inglese, tra film “scandalo” come questo, e un’inedita vena horror (The Woman in Black, il prossimo Horns), proprio come il poeta si trova nell’atto di urlare al mondo tutto ciò che si agita al suo interno e non ha ancora avuto modo di mostrare.
Nel film lo vediamo arrivare alla Columbia University, all’età di 17 anni, come uno studente diligente e rispettoso delle regole. Un comportamento che rimane tale fino a che non incontra l’affascinante Lucien Carr (Dane DeHaan di Chronicle), il quale lo introduce in quello che diverrà il nucleo dei beat, ospitato nell’appartamento dal suo amante David Kammerer (Michael C. Hall, l’ormai ex Dexter).
Tra gelosie interne, un evento imprevedibile e drammatico, e gli inevitabili scontri con le difficoltà della vita, da questo primo involontario convegno scaturiranno le voci più originali della letteratura americana di quegli anni.