Roberto Formigoni con le vacanze a sua insaputa e i “rottamatori” del Pdl che vogliono tenersi sia Berlusconi che Alfano: per la destra italiana non esiste alcuna possibilità di rinnovamento, riposi in pace!
Ve lo ricordate Formigoni a Matrix, poche settimane fa, quando si presentava in televisione con una faccia tosta da primato a proclamarsi “limpido come acqua di fonte”? O quando in conferenza stampa dava dello sfigato al giornalista che lo accusava di vacanze a gratis, perché si sa che quando si va in gruppo i conti si fanno solo alla fine? Ecco, ora che Daccò – il generoso compagno di villeggiatura che anticipava tutti i pagamenti – rivela che Formigoni non ha mai reso neppure un euro, il governatore lombardo sposta la sua difesa in trincea: non mi dimetto se non dimostrate che l’ho favorito.
Come se tutte le panzane raccontate finora all’opinione pubblica non fossero un motivo sufficiente. E questo qua doveva essere il “nuovo” dopo la leadership di Berlusconi!
Ma che il Pdl sia una causa persa, una nave che affonda senza nessuna possibilità di stare a galla, lo si nota facilmente anche dando un’occhiata ai suoi giovani, sedicenti “formattatori” che scimmiottano l’idea della rottamazione di Renzi e company. Giovedì scorso, a Piazza pulita, Corrado Formigli aveva in studio due rottamatori (o formattatori, o contestatori, chiamateli come volete): uno di sinistra, il blogger Mario Adinolfi, e uno di destra, tale Andrea di Sorte.
Il primo non le mandava certo a dire, e invocava a gran voce un rivolgimento totale della classe dirigente del suo partito, tutta invitata ad andare a casa compreso il segretario Bersani, ribadendo per altro posizioni già chiaramente espresse nella fetta di partito che si rifà a Matteo Renzi. L’altro, il presunto formattatore di destra, dichiarava di volere Berlusconi “padre nobile del partito” e di avere piena fiducia nella guida di Alfano.
Insomma, Sandro Bondi al confronto sembra un ribelle incendiario. Se questi sono i giovani della destra, ci si metta l’anima in pace: non c’è speranza di rianimazione e non resta che intonare un commosso (ma mica tanto) requiem.
(Foto – Infophoto)