Format multicanale: cresce la tv copia e incolla

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Dilagano su Web i format "copia e incolla".

Mediaset, Rai e la 7 in testa replicano con frequenza crescente i loro programmi sul nuovo canale, in versione podcast.

A questo fenomeno è dedicato il focus scritto dal giornalista Lele Danesi nell’ultimo numero del mail magazine "Peppersushi – il sapore di Internet". 

Per chi non è ancora iscritto a Peppersushi, ripresento qui il denso reportage di Danesi sulle ultime novità in tema di webTV, podcast e di siti di video sharing partecipativi, di cui il giornalista fornisce un elenco esauriente corredato di relativi link.

                                                

                                                  Nuovi ntwks

Ormai è chiaro che vecchi network televisivi e le debuttanti “web-television”, stanno contaminandosi e “usandosi” strategicamente.

È molto interessante –ad esempio- il nuovo format giornalistico in podcasting di La7. Si tratta della trasmissione “In breve” condotta dal giornalista Francesco Verderami che intervista un ospite in 5 minuti a cui rivolge 10 domande.

Un format semplice e accattivante, il video-spettatore viene a scoprire così in modo divertente un “segno particolare” di un personaggio politico, o di un uomo di business.

“In breve” è solo l’ultima delle trasmissioni di La7 che si possono scaricare in podcasting. Tra le altre: Omnibus, OttoeMezzo, L’Infedele, Le invasioni barbariche, I migliori nani della nostra vita.

È il caso di un editore televisivo “tradizionale” che usa in modo semplice e efficace le nuove tecnologie del web2.0.

All’estero le cose vanno ancora più spedite.

L’offerta di CNN –ad esempio- si allarga e sale a sei podcast video, di cui due giornalieri, e quattro podcast audio settimanali, insieme a due altri podcast audio di informazione aggiornati più volte al giorno.

Ma ancora una volta stiamo parlando dei giganti dell’informazione e dei loro formatcopia e incolla” sulla rete.

Sui loro siti? Certamente! Ma non solo, visto che sempre di più vengono utilizzati –anche da parte di questi soggetti- i nuovi ambienti “partecipativi” creati per veicolare video e programmi televisivi.

Vediamo quali sono i più importanti:

Akimbo (www.akimbo.com) – Akimbo è il termine utilizzato negli sparatutto in prima persona quando il protagonista tiene in ogni mano un arma identica.

In questo caso il paragone è perfetto, visto che si tratta di un “set-top-box clone” di un qualunque Media Center. Costa 200$, si collega alla TV e ti permette di scaricare –ovviamente ondemand- qualsiasi podcast, video flash, vlog film dalla rete.

BlinkxTV (www.blinkx.tv) – Se pensavate che Google Video fosse il motore di ricerca per eccellenza per i video sulla rete vi sbagliate di grosso. Avete mai provato BlinkxTV? Più di 4mln di ore di TV e video virali da vedere e scaricare sul proprio pc.

Dove pensate che le nostre televisioni vadano a prendere i video Internet su Bin Laden? Beccato finalmente!

Democracy (www.getdemocracy.com) – Se non volete stare online perennemente attaccati e volete partecipare al futuro della televisione via Internet, eccovi serviti. Scaricatevi e “accendete” Democracy, il progetto comunitario della Partecipatory Culture Foundation. L’applicazione vi permette di iscrivervi a tonnellate di feed RSS e i video sono scaricati in background grazie alla tecnologia BitTorrent –il peer-to-peer per intenderci.

Per una recensione “dal vivo” leggete la nostra prima breve che lo mette a paragone con iTunes nell’uso quotidiano.

FireAnt (http://fireant.tv ) – Storico “aggregatore” video della rete –ha “ben 6 mesi” di vita attiva dentro il mio Mac- è di fatto il primo esperimento alla Democracy, senza il fascino della community open-source a sostenerlo. Datato!
Google Video (
http://video.google.com ) – All’inizio fu il nulla -abituati allo spumeggiante YouTube- e dopo l’annuncio del lancio che ci fece emozionare, arrivò la delusione: mancanza di materiale e difficoltà d’uso.

Oggi le cose vanno meglio e il modello di business basato sui primi video a pagamento (dai 2$ ai 4$) piano piano diventa un abitudine. A mio parere –per fortuna- ancora davvero per pochi!

iFilm (www.ifilm.com) – se Google Video ci aveva delusi all’inizio e ora sta riprendendo, la parabola opposta sta vivendo iFilm. Una buona user-interface iniziale e una promettente collezione di video aveva fatto ben sperare per il futuro e invece ci troviamo a poter scaricare oggi solo trailer cinematografici e videoclip alla MTV.

Veramente paludato!

iTunes (www.apple.com/it/itunes) – inutile qualsiasi commento: o ce l’hai o non puoi dire di saper navigare su Internet nell’era del web2.0. Molti lo pensano solo come player musicale e invece è contemporaneamente un negozio online, uno dei migliori software per la gestione degli RSS, una televisione, una radio, la piattaforma per eccellenza per il podcast e il vodcast, il miglior gestore di iPod e di qualsiasi altro player audio/video.

Newgrounds (www.newgrounds.com) – La tecnologia flash è il futuro dei video su Internet? Ormai si sa e quindi dove trovare la più grande collezione di animazioni flash sulla rete? Avete risposto YouTube (www.youtube.com)? Non avete ancora puntato sulle 80 serie e le migliaia di cartoons di questo sito … indispensabile!
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