Chi era Filippo Tommaso Marinetti: storia del futurista italiano

Tag: vip
Condividi

Il futurismo è stata la prima avanguardia d’Europa e si deve a Filippo Tommaso Marinetti il merito di averla fondata e aver raccolto le infinite forme artistiche da far esprimere sotto questo movimento letterario.

Chi era Filippo Tommaso Marinetti

Filippo Tommaso Marinetti (Alessandria d’Egitto, 22 dicembre 1876 – Bellagio, 2 dicembre 1944) è stato un poeta, scrittore e drammaturgo italiano. Cresce con il padre avvocato civilista impiegato della Società del Canale di Suez che gli porta stabilità economica e permette a Marinetti di avere un patrimonio per costruire la propria attività culturale.

Entra in un collegio gesuita francese nel 1888 dove scopre l’amore per la letteratura. Qualche anno dopo fonda la rivista scolastica “Papyrus”, ma rischia l’espulsione per aver introdotto a scuola le tematiche scandalose proposte da Emile Zola. Si diploma quindi a Parigi e successivamente si iscrive alla facoltà di legge di Pavia insieme al fratello Leone.

Questo viene a mancare a soli 21 anni così Filippo dopo aver conseguito la laurea abbandona il settore per dedicarsi alla letteratura e non smetterà mai farlo.

L’avvio della carriera letteraria

Scrive il Manifesto Futurista e tutta Europa inizia a parlarne ma purtroppo non ha altrettanto successo con altre opere tra cui le proposte drammatiche. Nonostante l’iniziale insuccesso come drammaturgo e scrittore, nel 1910 conosce i tre giovani pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Luigi Russolo che vogliono aderire al Movimento. Tra i loro “happening”, forme d’arte contemporanea, il più eclatante è sicuramente quello contro Venezia.

Nel 1911 è costretto a mettere in pausa la sua vita tra circoli culturali perchè inizia la guerra in Libia. L’unico tra i suoi colleghi ad appoggiarla chiede di poter partire come giornalista di guerra.

In questo periodo scrive molte lettere agli amici a casa che lasciano testimonianze sullo scontro. Nel frattempo lavora anche ad un romanzo ma non si sente soddisfatto e vuole rinnovare il linguaggio poetico passando alle “parole in libertà”.

Parole in libertà, la politica e il manifesto tattilista

Con parole in libertà ci si riferisce ad una tecnica poetica nuova che vuole distruggere la sintassi. Viene abolita la punteggiatura e si ricorre spesso ad artifici verbo-visivi che hanno disorientato anche colleghi futuristi.

Ottiene però l’appoggio della rivista fiorentina Lacerba di Giovanni Papini e compone “Zang Tumb Tumb”, un innovativo reportage di guerra.

In questi stessi anni si schiera a favore dell’intervento contro Austria e Germania dopo l’attentato di Sarajevo. Brucia delle bandiere austriache in piazza del Duomo a Milano e viene arrestato. Sceglie poi di arruolarsi nuovamente come volontario insieme agli Alpini.

Terminata la guerra sente di dover fare la rivoluzione dopo i risultati del trattato così fonda il Partito Politico Futurista in cui appoggia il passaggio dalla monarchia alla repubblica. Dopo altre notti in carcere e l’accusa di fascismo decide di abbandonare il mondo politico e tornare alla letteratura meno sperimentale.

Insieme alla nuova compagna Benedetta Cappa durante un viaggio insieme torna invece ai suoi esperimenti e scrive il Manifesto Tattilista in cui concepisce una nuova forma d’arte multi-sensoriale.

LEGGI ANCHE: Chi era Man Ray: tutto sull’esponente dadaista

LEGGI ANCHE: Chi era Indro Montanelli: tutto sul giornalista italiano del 900