Festival Venezia 2011: George Clooney arriva in laguna!

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Resoconto della prima giornata: George Clooney in passerella a parte, una Mostra spenta!

Prima giornata della Mostra del cinema di Venezia all’insegna di un senso di desolazione che si spera verrà dissipato nei prossimi giorni, tra film non proprio esaltanti e strutture fatiscenti compresi cantieri infiniti.

A parte il film di George Clooney Le idi di marzo (impossibile visionarlo alla prima, ma domani rimedieremo), molto apprezzato dagli addetti ai lavori per la capacità di coniugare impegno politico, sapiente direzione degli attori, in formissima, nonché una buona mano di classicissima messa in scena, c’è poco da esultare per quanto riguarda gli altri film visti in queste ore.

Dopo un veloce red carpet, in cui George l’ha fatta da padrone (Paul Giamatti, Evan Rachel Wood, Marisa Tomei e Philip Seymour Hoffman sono praticamente corsi da un punto all’altro della laguna) e una conferenza stampa durante la quale si è scherzato molto sul rapporto tra seduzione, recitazione e politica, nonché su una possibile discesa in campo del regista (che ha smentito, attestando tutta la propria incondizionata fiducia a Obama), eccoci pronti a discutere i film visionati.

Vivan las Antipodas!: documentario globalista di Victor Kossakovsky, si è dimostrato un pallido tentativo di imitare Koyaanisqatsi di Godfrey Reggio, con riprese molto attraenti sul piano estetico, con fluidissimi movimenti di macchina, ma risultante infine piuttosto vuoto sul versante contenutistico. Il tema delle 8 ambientazioni agli antipodi della Terra non è altro che un pretesto per analogie di immagini, di forme, di colori che si rincorrono l’un l’altra. Peccato, perché la mano e sopratutto l’occhio, del regista, enormemente quotato nel settore, promettono faville.

Mildred Pierce: la miniserie prodotta dalla HBO, diretta da Todd Haynes e interpretata da Kate Winslet, ci è stato detto, riconferma la grande abilità dell’autore di mettere in scena l’America del passato, con ricostruzioni cromatiche impressionanti, spesso ai limiti del dettaglio maniacale. Un duo di grandi attori, la Winslet e la rediviva Rachel Wood, completano il quadro di una delle proiezioni più acclamate di oggi.

Love and Bruises: opera del regista cinese Lou Ye, ha inaugurato la sezione delle Giornate degli Autori, con un film che in più punti ha ricordato le tematiche, e lo stile di Wong Kar-wai.

Purtroppo il ricorso a numerosissime scene di sesso tra i protagonisti (i fenomenali e bellissimi Tahar Rahaim e Corinne Yam) rende la storia d’amore violento e imperscrutabile tra una cinese e un algerino a Parigi estremamente stucchevole, anche per colpa di una camera a mano eccessivamente presente e tendente all’eccessiva partecipazione emotiva.

Edut (Testimony): film impegnato che affronta la spinosa questione palestinese-israeliana in modo originale. Si tratta infatti di una sequenza di quadri quasi del tutto fissi e statici nei quali una serie di attori diversi interpretano delle dichiarazioni rese da una vittime dell’incomprensione e dell’odio tra le due popolazioni, come in una sorta di monologo filmato.

Il risultato non è affatto male, e in alcuni episodi si registra un alto coinvolgimento emotivo, tuttavia non si può dire che anche questo film abbia fatto gridare al miracolo.

Toutes nos envies: seconda proiezione riguardante la Giornata degli Autori, ha fatto venire il dubbio che le pellicole selezionate siano state scelte secondo un criterio casuale. Di autoriale, infatti, in questo dramma civile-sentimentale c’è ben poco: trattasi della classica opera media, girata con competenza ma senza alcun guizzo o trovata, che si regge interamente sulla performance degli attori, qui piuttosto bravi.

Sperimentazione pari a zero, per un film che si vedrebbe molto volentieri durante il pomeriggio di Canale 5.

E per questa prima giornata è tutto, continuate a leggerci domani! 

p.s.
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