Tra sorprese e gradite riconferme anche un omaggio a due giganti del cinema
Le giornata di ieri e per riflesso quella di oggi del Festival di Cannes sono state dominate interamente dalla grande emozione provocate dalla proiezione dell’ultima pellicola dei fratelli Coen, Inside Llewyn Davis, già di diritto candidata alla vittoria della Palma d’oro.
Il film racconta la storia del protagonista eponimo, un cantante folk dalla scarsa fortuna che si aggira nella New York degli anni 60 in cerca di una qualche conferma esistenziale che sembra non voler mai arrivare. I due cineasti, da quanto ha riferito la stampa, sembrano aver ripreso il discorso interrotto con il capolavoro A Serious Man: il loro è uno sguardo ironico, cinico e partecipe allo stesso tempo, sull’impossibilità di trovare un senso in una vita dominata interamente dal caos e dalla sfortuna.
Eccellente, al solito, la colonna sonora, ottime le prestazioni degli attori (da segnalare, oltre a Oscar Isaac, una Carey Mulligan molto in parte a differenza che in Il grande Gatsby, e il magnificente John Goodman).
Come ogni anno, poi, è stato dato spazio in concorso a un film “weird”, apparentemente estraneo alle logiche festivaliere di Cannes. È il caso di Borgman dell’olandese Alex van Warmerdam, un thriller misterioso, in cui la figura demoniaca del titolo si insinua in una tranquilla famiglia borghese alla ricerca di adepti.
Un saggio molto applaudito sulla presenza del male e la difficoltà della contemporaneità ad opporvisi.
Sulla Croisette c’è stata anche l’occasione per rendere omaggio a due grandi geni della storia del cinema. L’apolide Alejandro Jodorowski ha infatti presentato l’autobiografico (quasi un Amarcord felliniano) La danza de la realidad, suo primo film in 23 anni, ed è quindi stato indiretto protagonista del documentario di Frank Pavitch sul leggendario e mai concretizzato tentativo del maestro cileno di portare sullo schermo il romanzo di fantascienza di Frank Herbert (poi girato da David Lynch con risultati non pienamente soddisfacenti).
Orgoglio italiano invece per il caloroso abbraccio a Bernardo Bertolucci, regista di classici come Novecento e Ultimo tango a Parigi. In onore del futuro Presidente di giuria della Mostra del cinema di Venezia, in serata è stata proiettata la nuova versione 3D del kolossal L’ultimo imperatore, che in molti hanno definito un’impresa ardita e miracolosamente riuscita.