Erasmus ai tempi del Covid: cos’è cambiato e cosa accadrà

Evelyn Novello

Nata a Milano nel 1995 e laureata in Comunicazione pubblica e d'impresa. Nel 2016 mi sono avvicinata al mondo del giornalismo e da quel momento non più smesso di scrivere.

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Di solito è la prima volta nella vita in cui si va a vivere senza i genitori, un’esperienza che fa crescere e che catapulta in un mondo diverso, lontano dalla propria comfort zone.

L’Erasmus è uno di quei viaggi che chiunque abbia fatto ricorda con piacere e consiglia agli altri di fare ma… in tempi di Covid che succede? È ancora possibile vivere questa esperienza e, se sì, cosa cambia?

L’Erasmus ai tempi del Covid

Sono i sei o dodici mesi che cambiano di più nella vita. L’Erasmus è l’emozione di partire, conoscere gente nuova in un diverso contesto e scoprire altre culture e modi di vivere.

Ma quali rinnovamenti ha portato la pandemia da coronavirus? L’inizio del 2020 non è stato il periodo migliore per gli studenti Erasmus: in primavera moltissimi studenti all’estero sono dovuti rientrare in Italia, altri si sono ritrovati bloccati per mesi nei Paesi dove studiavano senza possibilità di far ritorno. Con l’inizio del nuovo anno scolastico sembra che si siano riattivati molti programmi Erasmus e siano ricominciate le partenze: secondo un report dell’Inapp, l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, le partenze dei ragazzi italiani per il semestre Erasmus cominciato a settembre 2020 sono il 5% in più rispetto agli anni scorsi.

Tra le destinazioni preferite, Austria, Belgio, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Malta, Olanda, Portogallo e Spagna.

Da quando è nato, il programma Erasmus ha coinvolto la bellezza di più di 3 milioni di studenti, oggi siamo ancora in un momento difficile per gli spostamenti e uno dei più duri per le esperienze all’estero ma la speranza che tutto possa tornare alla normalità è sempre più forte e viva in ogni studente italiano.

I dati delle partenze nel secondo semestre 2020 lo confermano. Le difficoltà non hanno fermato la gioia dei più giovani e la loro curiosità di vivere esperienze lontano da casa. Alcuni studenti partiti proprio nel mese di settembre si trovano tuttora a vivere il loro Erasmus con positività, se pur con qualche restrizione. Per chi lavora o fa un tirocinio, smart working, per chi studia, lezioni a distanza per rispettare le norme anti contagio, niente feste in discoteca e in gruppi numerosi, ma rimane la possibilità di fare amicizia e di confrontarsi con altre culture.

L’ESN, o Erasmus Student Network è un’associazione studentesca internazionale no-profit. Supportata dalla Commissione Europea, opera in più di 530 atenei dove organizza attività e fornisce servizi agli studenti internazionali. I suoi membri sono tutti giovani universitari volontari. Il numero complessivo degli studenti Erasmus quest’anno è diminuito, soprattutto quello riguardante studenti extra-UE ma le limitazioni non sembrano aver demotivato gli studenti, secondo l’ESN. Insomma, la voglia di ripartire c’è, nel vero senso della parola.