Er calipo e ‘a bbbira, le due coatte di Ostia ed il senso che non c’Š

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 Domanda: cosa c'è d'interessante in questa "notizia"?  Sono due ragazzotte che parlano in romanesco.

Embè? Servizi in tv, dibattiti sui network, la canzoncina-remix in discoteca, perfino un link sul sito del Corriere (in prima pagina… no, per dire).  Ne parlano tutti, sembra un caso nazionale. Okay, calma e sangue freddo. A me sta bene che è estate e che la gente abbia voglia di leggerezza. Però il senso dov'è? Com'è che ad una roba del genere viene concesso tutto questo spazio? Cioè, dietro non c'è nulla, eh? Sono solo due tizie che se magneno er calipo e se bbeveno 'a bbira.

E quindi? Le matte risate?   Mboh. Forse non c'è alcun senso, e lo cerco dove non dovrei. Forse la spiegazione è proprio il caro, vecchio non-sense. Fa ridere, ridi. E stop. Okay, ma il resto, tutto quel che è stato creato attorno alle due poverette, da dove arriva? Questo cavalcare l'onda è solo la solita furbata commerciale, o nasconde la pochezza dell'oggi?
 La cosa buffa è che l'episodio non viene neanche letto come un "mio dio, và come siamo ridotti", come magari si dovrebbe; no no, in moltissimi paiono entusiasti di 'sta becera cazzatina estiva.

"Daje, siete grandi! Me fate tajà!" sono i commenti più in voga.  Per certi versi mi ricorda la celebre estate del '99, l'Estate del Coatto, col cantante Er Piotta uomo-ovunque e la celebrazione deivari Mario Brega, Maurizio Mattioli edAngelo Bernabucci. Un sacco di gente pareva affascinata dalla – a loro dire –  "veracità" e "genuinità" del romano de borgata. Per tre mesi non s'è parlato d'altro, la massa seguiva la corrente senza apparenti motivi.

Eran tutti beceri & contenti, salvo poi accorgersi che il giochino, in definitiva, era tutto lì, e che non era neanche così divertente.