Enzo Biagi, ora qualcuno dovrebbe tacere

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Enzo Biagi è morto.

La notizia era nell'aria già da venerdì scorso, quindi tutti hanno fatto in tempo ad abituarsi all'idea. Non ho voglia di pubblicare un coccodrillo, anche perchè giornali e telegiornali stanno spalmando i loro ricordi minuto dopo minuto con una trafila di mielose parole che mi fanno venire i brividi.

Biagi era un grande, è vero, anche se a volte la sua saggezza valeva più delle parole che stava pronunciando: comunque rimaneva pur sempre un orgoglio nazionale.

Magari non di tutti, comunque di molti. Ora ci sono persone che farebbero meglio a tacere, per decenza. Io lo farò, visto che sul suo giornalismo televisivo in passato ho avuto qualcosa da ridire. Come sul suo opinabile rapporto con la Rete, dovuto ai capelli canuti che non gli permettevano di stare al passo coi tempi.

Ma non sono io a dover tacere (sia ben chiaro, il mio rispetto per ciò che è stato non ha mai avuto cedimenti improvvisi), piuttosto tutti coloro che hanno segnato la sua vita con l'editto bulgaro.

Biagi, giustamente, non voleva essere ricordato per quell'episodio, ma tutti sanno quanto lo abbia ferito quel periodo di latitanza televisiva forzata. 

Allora solo Berlusconi dovrebbe tacere? No, anche se ha perso l'occasione per farlo proprio venerdì scorso, quando ha anticipato il suo coccodrillo facendo riferimento all'avvicinamento che c'era stato tra loro negli ultimi tempi (Berlusconi si era pentito dell'editto, ovviamente nel momento più opportuno, quando ormai non aveva più controllo sul ritorno di Biagi in tv).

Oggi ho sentito tante interviste a persone che hanno appoggiato l'allontanamento di Biagi. Persone costernate – oggi – che di fronte alla morte rinnegano tutto e si esercitano nell'arte drammatica. O nella Commedia dell'Arte.

Ho anche visto Emilio Fede dispiaciuto per le condizioni del suo ex direttore, quello che lo aveva portato in Rai e, testuali parole, "forse nutriva stima nei miei confronti". 

Biagi mancherà all'Italia. A molti, ma non a tutti.

Chi rientra in questa categoria potrebbe optare per il "gioco del silenzio".